Dobbiamo essere pronti come Abramo ad accogliere chi si trova nelle necessità, nel bisogno. Se anche noi ci sforzassimo di testimoniare questo amore, noi stiamo facendo la volontà del Signore perchè accogliendo il mio prossimo, noi non facciamo altro che testimoniare l'amore incondizionato di Dio. Anche noi siamo chiamati a superare ogni tipo di barriera etnica e sociale.
Siamo chiamati a testimoniare un amore che abbraccia chiunque si trovi nel bisogno, dobbiamo trasmettere la nostra fede in azioni concrete di amore e solidarietà. Siamo chiamati ad ascoltare i dolori, le ferite, ad ascoltare le speranze degli emarginati e dei fregili.
Le chiese sono mandate a portare l'amore di Cristo nei quartieri, nelle periferie delle città, sono chiamate a essere il sale di questa terra, sono chiamate a portare solidarietà per chi è nello sconforto, per chi è nella disperazione come milioni di persone disperate che cercano rifugio dalle guerre costretti ad abbandonare la propria terra, dove molti fuggono da paesi autoritari. Come chiese siamo chiamati a manifestare con i fatti la nostra solidarietà per queste persone che cercano libertà e dignità.. Dobbiamo essere promotori di giustizia, difendendo i diritti umani di coloro che sono oppressi e abbandonati al loro destino
L'amore per gli altri non ha confini: non importa da dove arrivano, di quale nazionalità siano, da che religione provengono, perchè in ogni persona c'è un pezzo di Cristo. È importante che noi portiamo amore, così che gli altri possano sentire l'amore di Dio attraverso di noi.
Pensiamo alla storia del Buon Samaritano. Un giorno, un maestro della Legge chiese a Gesù: “Chi è il mio prossimo?”. Gesù raccontò di un uomo che era stato aggredito e lasciato a terra, in difficoltà. Passarono un sacerdote e un levita, due uomini religiosi, ma entrambi lo ignorarono. Poi arrivò un samaritano, uno straniero che i giudei consideravano “inferiore”, e fu proprio lui a fermarsi e a prendersi cura di quell'uomo.
Alla fine, Gesù chiese: “Chi si è fatto prossimo di quell’uomo?”. La verità è che il nostro prossimo non è solo chi ci sta simpatico. Il prossimo siamo noi, ogni volta che scegliamo di amare.
E sapete qual è la cosa più bella? Quando accogliamo qualcuno, o facciamo solo un piccolo gesto d’amore, alla fine scopriamo che non siamo solo noi a dare. Perché in quell’incontro, in quello sguardo, anche noi riceviamo qualcosa. Riceviamo Dio.