Luigi Loperfido - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  19 dicembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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  Luigi Loperfido                         video        



Il Monaco Bianco
di Emanuele Casalino                                                 


Le origini della sono comuni a quelle di altre comunità evangeliche – e non solo battiste – che sono sorte un po’ dovunque tra il 1866 e i primi anni del’900 in Basilicata e in Puglia. Ai primi del ‘900, Matera si presenta come una città molto povera abitata da una massa di contadini che lottava per guadagnarsi un tozzo di pane tra stenti e degrado. Nel 1807, la città aveva ceduto il capoluogo di provincia a Potenza; ciò aveva contribuito al suo drammatico isolamento dal resto della vita regionale. Matera, quindi, giunse all’Unità d’Italia come la meno politicizzata delle città lucane. Durante tutto il Risorgimento, la città visse forti tensioni sociali e lo scontro tra i proprietari terrieri e i contadini poveri appariva ormai inevitabile. Le contraddizioni erano forti ed evidenti: da una parte, una massa di contadini senza terra, dall’altra una borghesia latifondista che aveva respinto ogni istanza sociale tesa al miglioramento delle classi più deboli, e un clero cittadino schierato con i latifondisti. Questo potrebbe spiegare, almeno in parte, l’attrazione che ebbero molti di quei braccianti e delle loro famiglie per il nascente ‘movimento evangelico’, visto come una alternativa alla vecchia religione che aveva “tradito” il Cristo povero amico dei poveracci e non dei potenti.

Nel 1855 era stata fondata la (Mt.) grazie ad un lavoro missionario svolto da ex prete, Carlo Laterza. Negli anni seguenti, e per molto tempo, la comunità miglionichese venne curata da Carlo Piccini un sergente maggiore dell’esercito convertito all’evangelo dal Laterza. Carlo Piccini, divenuto evangelista dell’Opera Battista, iniziava intorno al 1891 una attività evangelistica nella vicina città di Matera raccogliendo intorno a sé un piccolo gruppo di credenti. Per il consolidamento del gruppo, importante fu la conversione di Luigi Loperfido, scultore, autodidatta, socialista e sindacalista, soprannominato il Monaco bianco per il suo modo bizzarro di vestire (indossava una tunica bianca e dei sandali ai piedi). Il 17 Luglio 1903 il pastore Piccini battezzava nelle acque del Basento il Loperfido assieme ad altre 25 persone. I contadini che avevano condiviso la scelta di Loperfido costituirono così, insieme al gruppo creato dal Piccini, il nucleo originario della Chiesa Battista di Matera.

Loperfido nacque a Matera il 5 giugno del 1877 e fu riconosciuto nel 1890 da una coppia di Montescaglioso (padre macellaio e madre levatrice comunale), dalla quale era stato fino allora allevato.. Ancora giovanissimo emigrò negli Stati Uniti dove entrò in contatto con gruppi che sostenevano ideali umanitari, artistici e di giustizia sociale. Rientrato nel suo paese ai primi del ‘900, iniziò a predicare e a diffondere i suoi ideali artistici ed umanitari nella speranza di trovare consensi. In un primo momento egli non fece altro “che parlare del suo sogno artistico: diffondere il culto della bellezza, promuovere un’unione fra le persone di maggiore intelletto, le quali potessero illuminare e guidare gli artefici più umili” (Il Pungolo, quotidiano di Napoli: Servizio su ‘Il monaco bianco”, numeri 25, 26, 27, 28 agosto 1902). Ben presto comprese che con quel tipo di linguaggio gli umili non sarebbero mai stati raggiunti. Intanto, i notabili di Montescaglioso preoccupati dalle idee del giovane profeta, minacciarono di licenziare la madre che ricopriva nel paese il posto di levatrice. Loperfido, allora, lascia il paese e si trasferisce a Matera.

A Matera, il Loperfido fonda nel 1902 la prima Lega dei contadini. Lo spettacolo che si presenta dinanzi a suoi occhi è sconvolgente: le famiglie contadine trascorrevano la loro vita in abitazioni malsane vere e proprie grotte scavate nella roccia e brutalmente sfruttati dai loro padroni, mentre i loro figli si piegavano sulle ginocchia per i “morsi della fame”. La Lega dei contadini raggiunge in poco tempo il numero di 3.000 iscritti. La prima grande protesta si ebbe nella seconda metà di giugno del 1902. Lo sciopera durò tre lunghi giorni durante i quali il Monaco bianco invitava i proprietari a riflettere sulle misere condizioni dei contadini salariati. Si giunse così ad un accordo con i proprietari. Lo sciopero cessò immediatamente. Ma quando si trattò di mettere in pratica l’accordo alcuni proprietari si rimangiarono le promesse. Qualcuno proibì persino di spigolare liberamente nei campi. Il giorno seguente nella piazza del paese, nel frattempo i contadini aspettavano per essere ingaggiati, intervenne la forza pubblica nel tentativo di arrestare Giuseppe Rondinone che aveva spigolato il giorno prima abusivamente. Il Rondinone fece resistenza ma fu colpito e morì qualche giorno dopo a causa della grave ferita riportata. Le forze dell’ordine arrestarono 24 persone tutti componenti della Lega ed anche il Monaco bianco subì la stessa sorte. Al processo Luigi Loperfido e alcuni degli arrestati furono assolti. Il morto, gli arresti e il processo pesarono non poco sullo stato d’animo di Loperfido. In più si aggiunsero tensione e gelosie all’interno della Lega che lo portarono ad avere un ruolo di secondo piano. Dal quel momento, egli si dedicò alla lettura e allo studio della Bibbia e a diffondere tra i contadini gli insegnamenti di Gesù. Il 17 Luglio 1903 darà la sua personale testimonianza di fede mediante il battesimo. Il suo maggiore impegno sociale fu l’istituzione di una scuola serale per gli adulti e una comunità di consumo. Incoraggiato dal pastore Piccini, Loperfido divenne pastore della comunità battista ove rimase fino al 1922. Negli anni ’40 conoscerà il confine fascista in un piccolo centro dell’Irpinia. Muore nel 1959.



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