Le parole profetiche di Giovanni il battista ci invitano a riflettere ancora una volta sull’importanza di preparare un terreno. Stavolta, però, non parliamo dei terreni dei campi, ma parliamo dei nostri terreni interiori. Come stanno i terreni delle nostre vite personali? Come sta il terreno comune della nostra comunità? Su quali vie ci siamo mossi nell’anno appena trascorso? Nelle parole di Giovanni il battista c’è tutta la consapevolezza che spesso gli esseri umani non sono in grado di curare i propri terreni e più di una volta si smarriscono per vie tortuose. Succede così quando alimentiamo conflitti e non siamo in grado di preparare la via della pace. Succede così quando agiamo con orgoglio e arroganza e non siamo in grado di preparare la via dell’umiltà e della modestia.
Succede che, senza rendercene conto, ci muoviamo su vie piene di curve e non sempre riusciamo a curare questi nostri terreni interiori. In questo labirinto di vie, come possiamo rispondere alla chiamata di Giovanni il battista a preparare la via del Signore? Un grande predicatore francese, che si chiamava Jacques Bossuet, disse in uno dei suoi sermoni: “Dio è capace di scrivere dritto anche sulle nostre righe storte”. Il Signore traccia la via dell’amore e del perdono attraverso le nostre difficoltà, i nostri errori, le nostre mancanze che ci portano su vie lontane dalla sua volontà. A noi spetta solamente ricordarci di questa via tracciata e annunciarla. A noi spetta essere la voce che grida nel deserto e che invita ogni creatura a inserirsi in questa via dritta e lineare che il Signore scrive sulle righe storte delle nostre storie personali e della storia umana. A noi spetta vivere un continuo processo di conversione, di cambiamento radicale di rotta, ogni volta che sentiamo che ci stiamo allontanando da questa via maestra. Si tratta di una via accessibile per chiunque, nessun divieto d’accesso, anche per coloro che hanno i cuori apparentemente più duri e impermeabili alla Parola. Proprio per questa ragione i primi cristiani, prima di chiamarsi così, venivano definiti “quelli della via”. Siamo chiamati e chiamate a essere “quelli e quelle della via”, ossia coloro che ricercano la strada dell’amore e del perdono di Dio e attendono con speranza l’arrivo del Signore Gesù, nostra via, verità e vita.
Anche quest’anno siamo ancora invitati e invitate a convertire i nostri atteggiamenti per ricercare e preparare la via del Signore, l’unica che può davvero portare buoni frutti nella nostra vita e nella nostra comunità. Oggi siamo chiamati e chiamate a produrre frutti di conversione. Il nostro Signore Gesù Cristo verrà presto per raccoglierli e costruire con essi il suo Regno di pace, d’amore e di giustizia in mezzo a noi. Confidiamo in questo Regno nel quale «ogni valle sarà colmata e ogni monte e ogni colle sarà spianato; le vie tortuose saranno fatte diritte e quelle accidentate saranno appianate; e ogni creatura vedrà la salvezza di Dio» (Luca 3,5-6).
Simone De Giuseppe (Gennaio 2024)