Le tentazioni di Gesù nel deserto
Matteo 4,1-11:
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”». 5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”». 7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”». 8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”».11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.
Avete mai visto il film del regista Martin Scorsese “L’ultima tentazione di Cristo”? Per chi non lo avesse mai visto, si tratta di un film un po’ datato che mette in scena ciò che sarebbe successo se Gesù avesse rinunciato alla propria missione e avesse usato il suo potere per scendere dalla croce. Partendo dalle parole dei passanti del Vangelo di Matteo: «[...] salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» (Matteo 27,40), il regista si immagina che Gesù ceda a quest’ultima tentazione, scenda dalla croce e decida di proseguire la sua vita tranquillo. Allora, a partire da questo spunto, mi sono immaginato anch’io cosa sarebbe successo se Gesù avesse ceduto alla tentazione ancora prima di iniziare la sua missione; lì, disperso nel deserto e tentato dal grande accusatore Satana, che con tutti i suoi subdoli mezzi, provò a dissuaderlo dal suo cammino e allontanarlo dalla volontà di Dio. Concedetemi, allora, per questo sermone la licenza poetica per riscrivere un momento alcuni versetti del racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto e immaginare una storia leggermente diversa da quella che ci è stata tramandata...
Vi leggo dall’Anti-Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, i versetti da 1 a 4:
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». 4 E Gesù, a motivo della tanta fame, trasformò le pietre in pani e li mangiò. Presto capì che poteva trasformare ogni oggetto in ciò che voleva e che poteva raggiungere un benessere così grande che nemmeno l’essere umano più ricco sulla terra avrebbe mai sognato.
La prima tentazione che il diavolo mette davanti a Gesù è proprio quella della ricerca del benessere personale. L’idea che si possa usare il proprio potere per accaparrarsi beni di prima necessità solamente per sé stesso senza considerare le conseguenze. In questa tentazione si gioca il rapporto di Gesù con i beni materiali del mondo. Nella necessità, Gesù è tentato di seguire una logica materialista di possesso e di moltiplicazione delle risorse, costi quel che costi. Possiamo dire che Gesù è tentato di usare il suo potere per soddisfare ogni suo desiderio umano, a prescindere dall’ubbidienza a Dio. Una tentazione che, purtroppo, vediamo colpire fortemente tutto il nostro mondo. A partire dal tentativo di moltiplicare le risorse della terra per creare più ricchezza di beni materiali in alcuni Paesi, generando un’estrema povertà in altri, fino ad arrivare a barattare la vita delle persone schiavizzate a lavorare nei campi per produrre più cibo da mangiare sulle nostre tavole. Oggi viviamo una corsa alla moltiplicazione e all’accumulo delle risorse primarie della terra, proprio perché ci si sta rendendo conto che quest’ultime iniziano a scarseggiare.
L’atteggiamento diabolico consiste proprio nell’alimentare questa logica predatoria, consumista ed egoista. La prima tentazione di Gesù ci mette di fronte alla nostra tentazione di accumulare beni solamente per noi stessi/e, senza pensare alle conseguenze che questo atteggiamento provoca intorno a noi. Fino a che punto siamo disposti ad arrivare per garantire il nostro benessere personale? Questa è la domanda che ci pone davanti la prima tentazione.
Vi leggo dall’Anti-Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, i versetti da 5 a 7:
5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”». 7 Gesù credette alle parole del salmo e si lanciò subito giù dal Tempio. Il Signore, vedendo che suo Figlio stava per morire, mandò i suoi angeli a salvarlo perché ebbe pietà di lui. Gesù capì che poteva acquisire fama con quei gesti miracolosi e che in poco tempo sarebbe divenuto più famoso persino del Sommo Sacerdote di Gerusalemme.
La seconda tentazione che il diavolo mette davanti a Gesù è quella della ricerca della fama personale. Gesù sa che con qualche miracolo avrebbe potuto provare la sua figliolanza divina e acquisire più seguaci. Satana, in questo secondo caso, tenta Gesù al trionfalismo, all’apparenza, al sensazionalismo. Egli trascina Gesù in cima al Tempio di Gerusalemme, il posto più affollato e famoso del Paese, affinché più persone possibili possano vedere il miracolo. Gesù è tentato a spettacolizzare la sua missione. E in questa tentazione si gioca il suo rapporto con Dio stesso. Il tentatore invita a usare Dio per acquisire fama personale, allontanandolo dal suo cammino verso la croce.
Un’altra tentazione che ci ricorda come oggi si cerchi in tutti i modi di apparire, di trionfare, di spiccare, di acquisire fama personale. L’orgoglio deve sempre prevalere. La nostra immagine deve sempre uscire vittoriosa, soprattutto al tempo dei social network. La terza tentazione è diabolica perché ci spinge a usare Dio per apparire e per accrescere la nostra vanità. Il rischio è di trasformare le nostre chiese in luoghi appariscenti, dove la fede viene commercializzata e strumentalizzata. Stiamo anche noi cadendo in questa trappola come credenti e come chiesa? Questa è la domanda che ci pone davanti questa seconda tentazione.
Vi leggo dall’Anti-Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, i versetti da 8 a 10:
8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù si prostrò e lo adorò, credendo in cuor suo che presto avrebbe portato il Regno di Dio sulla terra. Poi, si accorse di poter dominare ogni popolo, di poterlo piegare al suo volere, di poter ricevere più gloria di ogni imperatore.
Infine, la terza tentazione che il diavolo mette davanti a Gesù è quella della ricerca del potere personale. Satana vuole convincere Gesù a dominare sul mondo e su tutti i popoli. Ancora una volta, il Figlio di Dio è tentato di usare il suo potere, in questo caso per istaurare il suo Regno. La tentazione è proprio quella di realizzare la sua missione con la forza. In questa tentazione si gioca il suo rapporto con il prossimo. Dominare, sovrastare, prevalere: queste sono le azioni da compiere. Basta solamente prostrarsi e adorare il grande tentatore.
Un’ultima tentazione che, ancora una volta, vediamo aggirarsi continuamente nel nostro mondo e che in passato ha drammaticamente guidato le chiese cristiane, ogni volta che hanno tentato di imporre con la forza la propria fede. La terza tentazione rischia di farci vivere la nostra fede e le nostre idee con uno spirito di sopraffazione e imposizione. Più in generale, ci spinge a ricercare il potere con ogni mezzo possibile, come ad esempio il denaro. Quest’ultima tentazione ci porta a adorare gli idoli del nostro tempo, Mammona piuttosto che Dio. Stiamo anche noi cercando di imporre il nostro potere personale nella vita e quali mezzi siamo disposti a usare per riuscirci? Questa è la domanda che ci pone davanti questa terza tentazione.
Vi leggo dall’Anti-Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, l’ultimo versetto 11:
11 Gesù capì che il diavolo lo stava allontanando dalla volontà di Dio e che lo stava corrompendo con l’illusione del benessere, della fama e del potere. Così gli disse: «Vattene, Satana». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.
Anche in questa riscrittura del Vangelo che ho fatto, mi sono immaginato un Gesù in grado di resistere alle tentazioni, dopo avervi ceduto una prima volta e aver sperimentato le conseguenze. Ma, a dir la verità, nel Vangelo originale Gesù si ferma prima. Di fronte alle tentazioni del benessere, della fama e del potere, Gesù segue la via della condivisione, dell’umiltà e del servizio. Gesù sa che quella è la via giusta per testimoniare l’amore di Dio al mondo e inaugurare il suo Regno sulla terra. Anche nel film “L’ultima tentazione di Cristo” si scopre alla fine che era stata tutta una grande allucinazione. Davvero era stata l’ultima tentazione. Anche Martin Scorsese riporta Gesù sui propri passi, il quale si risveglia sulla croce pronunciando le sue ultime parole: «Tutto è compiuto!».
Fratelli e sorelle, a dire il vero noi assomigliamo molto di più al Gesù dell’Anti-Vangelo di Matteo che a quello del Vangelo originale. Cadiamo facilmente preda delle tante tentazioni che ci allontanano da Dio. Ed è normale, non siamo mica Gesù! Detto ciò, sappiamo nel profondo del nostro cuore che Gesù ci ha amati e amate fino alla fine e che ci ha aperto una via nel deserto da seguire per continuare la missione che ci è stata affidata. Essa non si porta avanti attraverso facili scorciatoie. Abbiamo bisogno anche noi di attraversare i nostri deserti della vita, quelli generati dalla ricerca del benessere personale, del successo e della fama, della sete di potere e di ricchezze. Abbiamo bisogno di camminare tra le dune dei nostri egoismi per scoprire che c’è un’altra via, quella di Gesù Cristo, che ci permette di costruire un mondo diverso, fatto di condivisione, di umiltà e di servizio. Che sia questa la via che tutti e tutte noi possiamo trovare per affrontare le nostre tentazioni, uscire ogni volta di nuovo dai nostri deserti e testimoniare davvero l’amore e la giustizia di Dio. Amen!
Simone De Giuseppe