AGGIUSTIAMO IL MONDO
Matteo 5,13-16
"13 «Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, 15 e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Sale della terra”, “città posta sopra un monte”, “luce del mondo”. Con queste tre metafore Gesù tenta di spiegare la condizione e la missione dei suoi discepoli nel celebre sermone sul monte. Gesù si rivolge a tutte le persone e a tutte le comunità che decideranno di seguirlo e di vivere secondo i suoi insegnamenti, gli stessi che enuncerà in questo famoso discorso. Dunque, tre metafore (quelle del sale, della città e della luce) che vogliono mettere in evidenza un tratto comune: coloro che seguiranno Gesù nella propria vita e porteranno avanti la sua missione non devono nascondersi e rinchiudere la “buona notizia” nella propria cerchia, ma devono uscire allo scoperto e agire concretamente nella società e nel mondo intero. Proprio come il sale non serve a nulla se non viene usato, proprio come una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, proprio come non ha senso coprire la luce di una lampada nell’oscurità di una casa, così Gesù invita con queste tre metafore a testimoniare il suo Vangelo non solo a parole ma con la vita stessa in ogni luogo e in ogni tempo.
Detto ciò, tra queste tre immagini, tutte molte evocative e interessanti, mi piacerebbe approfondire quella che più di tutte mi parla e mi suggerisce elementi di riflessione: l’immagine del “sale della terra”. Un’immagine, a dir la verità, piuttosto insolita. Che io sappia un caso unico all’interno della Bibbia. I cristiani e le cristiane sono paragonati al sale della terra. Ma cosa significa questo paragone? Cosa significa che siamo il sale della terra?
Per capire meglio quello che Gesù vuole dirci è necessario partire dalle funzioni del sale. Proviamo insieme a pensare quali erano all’epoca di Gesù le funzioni del sale… [si aspettano risposte]. In effetti, il sale svolgeva all’epoca almeno quattro funzioni fondamentali:
1) Insaporire: forse la prima funzione che associamo al sale è proprio quella di insaporire i piatti. Il sale serve per dar sapore ai cibi che altrimenti sarebbero insipidi, sciapi. Dunque, il sale serve a dare più gusto e sapore a ciò che si mangia.
2) Pagare: il sale serviva all’epoca anche come merce di scambio. Serviva come moneta per pagare e comprarsi altri beni. Questo perché il sale era molto raro e ciò lo rendeva un elemento prezioso. Oggi non è più così, però è rimasto il concetto del valore del sale nella nostra cultura, per esempio nell’espressione “salario”.
3) Conservare: il sale si usava molto per conservare il cibo. Ovviamente all’epoca non esistevano i frigoriferi, né tantomeno i congelatori, e quindi il cibo veniva conservato nel sale in apposite stanze che servivano da magazzini.
4) Guarire: infine, un’ultima funzione per la quale veniva spesso usato il sale era quella di disinfettare le ferite e favorire il processo di guarigione.
Ora, proviamo a riflettere sulle proprietà del sale. Cosa caratterizza il sale? [Si aspettano risposte] Il sale ha diverse proprietà; ne cito giusto due:
1) Sapidità: il sale ha carattere e sapore. Se lo provi da solo, non rimani indifferente ma te ne accorgi.
2) Solubilità: il sale si mescola e si scioglie. Dunque, compie la sua funzione di dare sapore alle pietanze, ma lo fa in modo invisibile. Lo sentiamo che c’è il sale, ma non lo vediamo a occhio nudo.
Ora che abbiamo riflettuto sulle funzioni del sale (insaporire, pagare, conservare, guarire) e le sue proprietà (sapidità e solubilità), forse ci risulta più semplice capire perché Gesù abbia usato proprio questa metafora per descrivere la condizione e la missione dei suoi discepoli. Il sale ci ricorda, allora, quali sono la missione e le funzioni dei cristiani e delle cristiane:
1) “Dar sapore” al mondo: prima fra tutte, la capacità di “dar sapore” al nostro mondo. Siamo chiamati e chiamate a portare la Parola della vita alle persone che ci circondano. Non si tratta di una Parola alla quale si può rimanere indifferenti. Si tratta di un annuncio di speranza che risuona nei momenti più disperati e difficili. Il “sapore” di questa Parola è proprio quello della libertà e dell’amore di Dio. Chi lo assaggia per davvero se ne renderà conto.
2) Portare il tesoro della fede: come il sale, anche i cristiani e le cristiane sono merce sempre più rara, soprattutto in un’Europa che sembra sempre meno attratta dalla fede cristiana. Noi siamo i portatori e le portatrici di questo tesoro della fede. Siamo risorse preziose agli occhi del Signore per la costruzione del suo Regno qui e ora.
3) Conservare la Parola: in questo senso, siamo chiamati e chiamate a conservare la Parola, a farla nostra e a viverla ogni giorno. Come il sale, anche noi dobbiamo sforzarci di conservare quanto abbiamo ricevuto da Dio e da chi ci ha preceduto nella fede.
4) Guarire il prossimo: tutto questo non per il nostro interesse personale, ma per poter guarire coloro che sono ingiustamente perseguitati, discriminati, feriti, oltraggiati. Come il sale, anche a noi è richiesto di risanare le vite delle persone.
Gesù, consegnandoci questa meravigliosa immagine del sale, ci invita a svolgere tutte queste funzioni, mescolandoci al nostro prossimo e agendo in modo invisibile ma allo stesso tempo efficace con una parola di conforto, con un gesto d’amore, con una preghiera, con l’ascolto, con un’azione generosa. Non agiamo nella nostra vita quotidiana per farci notare e acquisire gloria personale, ma agiamo in risposta all’amore ricevuto da Dio affinché chiunque possa sperimentarlo e trasformare insieme a noi il mondo nel quale viviamo per la sola gloria di Dio.
Però, anche Gesù ci ha messo una nota di richiamo: «se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini». Tutte queste belle funzioni e proprietà del sale che dovrebbero aiutarci a comprendere meglio la nostra condizione e la nostra missione cristiana perdono completamente senso se non vengono usate all’esterno. In effetti, a pensarci bene il sale è inutile preso di per sé. Se la nostra azione e la nostra intera vita non sono orientate verso il prossimo, allora non si può realizzare davvero la missione che il Signore ci ha affidato.
Come risulta inutile il sale quando viene usato a dosi troppo piccole. Un granello di sale da solo non può fare nulla: non può insaporire nulla, non vale niente, non è sufficiente a conservare un cibo come non è in grado di disinfettare una ferita. Questa bellissima metafora di Gesù ci ricorda che c’è bisogno di tutti i granelli di sale affinché si possa vedere un risultato concreto. C’è bisogno di tutti i membri di chiesa per riuscire ad agire nel mondo e portare avanti la missione che il Signore ci ha affidato.
Fratelli e sorelle, ricordiamoci che siamo il sale della terra. Siamo chiamati e chiamate a portare la “buona notizia” di Gesù Risorto e dell’amore di Dio in ogni luogo e in ogni tempo. Siamo chiamati e chiamate a portare questa Parola di vita per creare un mondo più giusto in cui vivere. E allora, riprendendo un modo di dire alla luce di quello che Gesù ci ricorda essere: “aggiustiamo di sale il mondo!”.
Simone De Giuseppe