30 settembre 2015 - Aceb_PugliaBasilicata

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ANNO XI- Aggiornato al: 17 Ottobre 2017
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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NEV - NOTIZIE EVANGELICHE
protestantesimo - ecumenismo - religioni
Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
 
 
30 settembre 2015
settimanale - anno II (XXXVI) - numero 40
 
* EDITORIALE: Il Sinodo cattolico sulla famiglia, di Letizia Tomassone
* INTERVISTA: Yeb Saño, sul pellegrinaggio climatico partito oggi da Roma
* MH. Incontro interreligioso per tutte le vittime del mare in memoria del 3 ottobre 2013
* Crisi migratoria. A Roma una delegazione della Chiesa evangelica in Germania
* Bibbia e scuola. Biblia lancia un nuovo concorso nazionale su “guerra e pace”
* Inaugurazione dell’Anno accademico 2015/2016 della Facoltà valdese di teologia
* CEC. A Budapest per sostenere i migranti
* Scozia. La chiesa presbiteriana sostiene la “Settimana del buon denaro”
* TELEGRAFO: Notizie in breve
 
* APPUNTAMENTI
 
* MEDITERRANEAN HOPE: Lo sguardo di Lampedusa
 
 
 
EDITORIALE
 
Il Sinodo cattolico sulla famiglia
di Letizia Tomassone, teologa protestante, socia del Coordinamento delle teologhe italiane
Non mi appassiona criticare le scelte di un’altra chiesa, ma oggi credo sia necessario esprimersi per far emergere la voce delle donne e dell’esperienza quotidiana di famiglia che, nel Sinodo cattolico che si avvicina, non hanno trovato alcuno spazio.
Nel Sinodo cattolico saranno emessi pronunciamenti che ancora una volta avranno un gran peso sulla vita di donne e uomini di ogni età nel momento in cui questi si incontreranno, faranno coppia, nasceranno: poiché si nasce sempre in una famiglia e lì si vivono relazioni di genere più o meno ingiuste, più o meno di dominio e subordinazione, più o meno ispirate all’affetto condiviso e alla libertà di ognuna e ognuno. E la religione ha un potere morale che condiziona addirittura le legislazioni.
Papa Francesco ha spesso ripetuto: la chiesa siamo tutti, non solo alcuni. E’ su questa base che ha voluto questa larga consultazione, la massima possibile, sulle dinamiche di cambiamento che coinvolgono le famiglie nel nostro tempo in ogni società. Un Sinodo anche accompagnato da questionari (uno nuovo sta per partire) inviati a tutti i vescovi; il primo ha avuto risposta da molti gruppi e associazioni del mondo cattolico.
Eppure il Sinodo che si occuperà dei temi della famiglia vede un soggetto del tutto assente: le donne. Solo tredici presenze, di cui tre religiose nominate e non elette, e tutte senza possibilità di voto. E anche le risposte al questionario non sono state rese note fuori dal Sinodo, che appare così blindato, tenendo fuori le voci critiche e non omologate.
Già i documenti preparatori sono segnati dalla mancanza di uno sguardo di genere. La prospettiva storica, presente negli strumenti di lavoro, da un lato toglie base scientifica alla cosiddetta legge naturale, dall’altro però etichetta come caduta nel peccato la ricerca in atto nel mondo occidentale di fare della coppia e della famiglia un fatto affettivo e non un ingranaggio dell’economia o della politica. Questa ricerca viene bollata come auto-centrata, eppure nelle
 
relazioni famigliari del passato ben poco della libertà e della autodeterminazione erano presenti nel contratto matrimoniale, nella sfera della sessualità e in quella della riproduzione.
Il Sinodo dovrà affrontare i nodi della disuguaglianza uomo-donna in molte realtà famigliari del mondo, ma per ora non sembra prendere in considerazione uomini e donne concrete che in quanto coniugi, figli e figlie e in molte altre posizioni fanno vivere le realtà famigliari. Inoltre secondo i testi prodotti sinora la pari dignità tra i sessi non rientra nel quadro degli insegnamenti della chiesa sul matrimonio, che restano quelli dell’indissolubilità e della procreazione. Solo un punto nel documento introduttivo cita i diritti delle donne e dei minori nella famiglia, ma subito sottolinea il pericolo dell’individualismo che sarebbe insito nella rivendicazione degli stessi diritti.
Questo porta, secondo le teologhe cattoliche che stanno seguendo con attenzione i lavori in vista del Sinodo, a rimuovere il soggetto maschile ed ecclesiale che resiste contro i dirittidelle donne. Esso non viene nominato né in negativo, per una forma di autocritica, né in positivo, come capace di sostenere la promozione della libertà delle donne.
Scrive una di esse, Rita Torti, “preoccupa la scelta di denunciare la violenza nei confronti delle donne senza menzionarne gli autori”. Le cattoliche americane invitano poi il Sinodo a prendere in considerazione i doni preziosi e vitali che esse portano alla tavola comune: per esempio il sacerdozio comune dei credenti e la libertà femminile nella chiesa che le deriva dal battesimo; la riscoperta di testi biblici liberanti; la capacità di cura e l’accento su una chiesa capace più di servizio che di potere.
Di fronte alla necessità di una battaglia così dura per far riconoscere la propria voce nelluogo in cui si elabora la teologia della chiesa sento di essere privilegiata a vivere la mia fede in una chiesa che non solo riconosce i ministeri femminili, ma che è stata capace di formulare parole e pratiche di critica del soggetto maschile patriarcale fondato religiosamente. E che in generale, volendo riscrivere un documento sul matrimonio, ascolta le esperienze e le elaborazioni di donne e uomini. Così il documento sulla famiglia che è approdato al Sinodo valdese per essere inviato allo studio delle chiese quest’anno invita le chiese a essere una comunità che si prende cura, anche elaborando nuove forme pattizie fra persone che tengano conto di criteri come: la giustizia nella relazione, le aspettative nel legame affettivo, il riconoscimento dell’altra/o come compagna/a di umanità. Le famiglie e le coppie sono plurali come plurali sono le società in cui le chiese, anche quella cattolica romana, sono chiamate ad annunciare che Dio è amore.
Anche quando la chiesa cattolica cerca una uniformità che possaessere riconosciuta nella propria forma sacramentale è necessario che queste diversità siano ascoltate e non messe a tacere o demonizzate, e che costituiscano la base e la linfa del magistero cattolico.
Così la chiesa imparerà nuove vie e non starà semplicemente ariaffermare dottrine tradizionali che sono state usate per ormai troppo tempo per asservire le donne in società in cui solo gli uomini sembrano potersi esprimere pienamente.(nev-notizie evangeliche 40/2015)

INTERIVSTA
Yeb Saño: L' ABC (DEF) del cambiamento climatico a cura di Luca Baratto

Roma (NEV), 30 settembre 2015 -E' partito oggi da Roma il percorso italiano del “People's Pilgrimage”, la marcia verso la Conferenza ONU sul clima (COP21) di Parigi (30 novembre-11 dicembre 2015). Il pellegrinaggio -a cui ha aderito anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) -è partito dalle Filippine ad opera dell'attivista per la giustizia climatica Yeb Sañoche ieri pomeriggio, a Roma, ha presentato l'iniziativa durante un incontro interreligioso tenutosi in piazza San Giovanni, davanti all'ingresso principale della basilica. A conclusione dell'incontro –a cui hanno partecipato esponenti cattolici, evangelici, musulmani, buddisti, hare krisna -Saño ha rilasciato la seguente intervista all'agenzia stampa NEV/notizie evangeliche.

Come e quando è nato il People's Pilgrimage?
Il pellegrinaggio ha tratto ispirazione da una marcia che, lo scorso anno nelle Filippine, ha visto
un gruppo di persone percorrere oltre mille chilometri da Manila a Tacloban City, la città che nel 2013 è stata colpita dal ciclone Hayan, il più devastante di tutta la storia dell'umanità e l'esempio più eclatante degli effetti del cambiamento climatico. Da quell'esperienza è nata l'idea di un pellegrinaggio capace di coinvolgere molte più persone in tutto il mondo, per raggiungere la Conferenza delle parti (COP21) sul cambiamento climatico, convocata dall'ONU a Parigi tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre di quest'anno. Non siamo l'unico pellegrinaggio che si dirige verso la capitale francese: insieme agli altri che sono partiti dalla Scandinavia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, vogliamo portare l'esperienza e la voce di tutti coloro che reclamano un accordo capace di affrontare quello che è “il” problema della nostra generazione e in base al quale le future generazioni ci giudicheranno.

Quali paesi avete fin qui visitato?
Siamo partiti dalle Filippine e ci siamo diretti, come prima tappa, nell'arcipelago delle isole Vanuatu nel Sud Pacifico, colpite dal ciclone Pam, il più devastante del 2015. Siamo poi stati in Australia, presso la barriera corallina, in India, dove abbiamo reso omaggio alla tradizione spirituale indù. Altri hanno percorso alcune zone dell'Africa, dell'America latina e settentrionale, in bicicletta o in carovana. Ora siamo a Roma e raggiungeremo Parigi attraverso l'Italia, la Svizzera e la Germania. La nostra ultima destinazione tuttavia non è la capitale francese ma il cuore e la mente delle persone per una autentica conversione ecologica.

A questo punto del pellegrinaggio, qual è il suo bilancio provvisorio?
Mi sento davvero grato per tutto quello che abbiamo ricevuto da così tante persone in tutto il mondo. Molti hanno pregato per la nostra incolumità, e sostenuto e rafforzato il messaggio che portiamo. Abbiamo incontrato tante storie e tanta umanità. L'incontro con le persone colpite dal tifone nelle isole Vanuatu è stato particolarmente forte: le loro sofferenze ci hanno toccato profondamente e la loro resilienza è stata fonte di ispirazione. Abbiamo incontrato chi vive sulla propria pelle gli effetti devastanti del cambiamento climatico, e questo ci rende più consapevoli di non poter accettare dalla COP21 accordi al ribasso.

Ora siete arrivati in Europa, nel mondo ricco, i cui abitanti non hanno ancora sperimentato le conseguenze del cambiamento climatico. Cosa si aspetta?
Le nazioni europee possono certamente fare molto di più per migliorare la situazione del nostro pianeta. Vedo anche l'Europa come parte della soluzione, di ciò che si può fare. In Europa ci sono dei buoni modelli, delle buone pratiche che possono essere esportate altrove. Sono sicuro che anche le tappe europee saranno fonte di ispirazione per il nostro pellegrinaggio.

Cosa si aspetta dalla COP21 di Parigi, quali sono le sue speranze?
Le mie più profonde aspettative sugli esiti della Conferenza di Parigi sono per un accordo che sappia sillabare almeno le prime sei lettere dell'alfabeto: ABCDEF. “A” per un'ambiziosa e adeguata risposta al cambiamento climatico. “B” èper “balanced”, un accordo equilibrato che tenga conto degli interessi di tutte le nazioni, specialmente quelle più povere. “C” è per “compelling”, un accordo che spinga i diversi paesi a fare di più e meglio. “D” è per un accordo durevole che non possa essere abbandonato da chi lo sottoscrive. “E” e “F” stanno per equo e giusto (fair). La soluzione dev’essere presa secondo un principio di giustizia: chi ha contribuito maggiormente a creare questa crisi deve fare di più, chi invece ne subisce gli effetti senza averli causati deve avere giustizia.

MH. Incontro interreligioso per tutte le vittime del mare in memoria del 3 ottobre 2013

A Lampedusa testimoni di ecumenismo e dialogo interreligioso con l’Osservatorio di MH
Roma (NEV), 30 settembre 2015 – “Il prossimo 3 ottobre, come avvenuto l’anno passato, a Lampedusa abbiamo previsto un incontro interreligioso per ricordare le vittime a partire dall’evento che causò la strage di migranti che nel 2013 costò la vita a 368 persone. La FCEI intende rinnovare l'impegno delle comunità di fede nell'accoglienza ai profughi che giungono in
 
Europa”, lo ha ricordato la pastora battista Gabriela Lio, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) che ha curato la liturgia dell’evento. L'incontro è promosso e organizzato dalla FCEI insieme alla Comunità di Sant'Egidio, all'Arcidiocesi di Agrigento e alla locale parrocchia di San Gerlando, e vedrà la partecipazione di esponenti di diverse comunità di fede. Hanno già confermato la loro presenza i rappresentanti delle comunità mormone, musulmane, sikh, induiste, buddiste, come pure diverse chiese ortodosse. A conclusione dell'incontro di preghiera, i partecipanti aderiranno a una dichiarazione d'intenti stilata per l'occasione. Dall'estero giungeranno rappresentanze dalla Chiesa metodista in Gran Bretagna, dall'associazione continentale Eurodiakonia e dalla Chiesa di Cristo degli USA. Da quest'ultima denominazione interverrà il responsabile dell'associazione “Il Samaritano”, che lavora nella zona di confine con il Messico e quindi a contatto con situazioni e realtà non dissimili da quelle di Lampedusa.
A Lampedusa è attivo da più di un anno un Osservatorio sulle migrazioni nel Mediterraneo, parte del progetto Mediterranean Hope (MH) della FCEI e finanziato con l'8 per mille delle chiese metodiste e valdesi. MH comprende anche la “Casa delle culture” a Scicli (RG), struttura di accoglienza e di incontro di culture diverse, e un relocation desk a Roma. “Sempre nell'ambito di MH – ha concluso Lio –, la FCEI e la Comunità di Sant'Egidio stanno istituendo corridoi umanitari tra il Marocco e l'Italia, un progetto pilota indirizzato a profughi particolarmente vulnerabili. Perché i passaggi sicuri e legali del Mediterraneo devono pur essere possibili”.

Crisi migratoria. A Roma una delegazione della Chiesa evangelica in Germania
L’incontro questa mattina con esponenti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Roma (NEV), 30 settembre 2015 – In tema di flussi migratori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha accolto questa mattina nei propri locali una delegazione della Chiesa evangelica in Germania (EKD). La breve visita – svoltasi nel quadro di una missione a favore di politiche migratorie più eque a livello europeo (il gruppo ha incontrato tra gli altri, il prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno) – è stata l’occasione per uno scambio di informazioni sulle attività delle stesse chiese nel campo dell’accoglienza di rifugiati e migranti. In particolare è stato illustrato il progetto Mediterranean Hope della FCEI che da più di un anno è presente a Lampedusa con un osservatorio sulle migrazioni, a Scicli (RG) con una casa di accoglienza e scambio culturale, a Roma con un relocation desk, mentre in Marocco, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, a breve entrerà nella sua fase operativa un humanitarian desk, con l’apertura in via sperimentale di corridoi umanitari verso l’Italia. La delegazione dell’EKD - guidata dal teologo Martin Dutzmann e dal vescovo luterano di Berlino Markus Dröge - ha espresso scetticismo per i cosiddetti “hotspot” per la registrazione e la ridistribuzione dei profughi istituiti dall’Unione europea. Piuttosto, dicono i rappresentanti dell’EKD, bisogna entrare nell’ottica che debbano veramente essere i paesi più forti della UE, come la Germania e la Svezia, a fare la parte del leone per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi, sollevando paesi come l’Italia e la Grecia.

Bibbia e scuola. Biblia lancia un nuovo concorso nazionale su “guerra e pace”
Con la collaborazione del MIUR e della FCEI. L’iscrizione al bando scade il 30 ottobre

Roma (NEV), 30 settembre 2015 - "Storie di guerra e profezie di pace nella Bibbia” è il titolo del concorso lanciato per quest'anno scolastico da “Biblia”, associazione laica che da trent'anni promuove la diffusione della cultura biblica rivolgendo particolare attenzione al mondo della scuola. Nell’ambito di un’Intesa siglata già da qualche anno con il Ministero dell’istruzione e della ricerca (MIUR), il concorso si rivolge ad alunni e alunne delle scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado. Prendendo spunto da diversi passi biblici – si va dal duello tra Davide e Golia all’assedio di Gerico, dalle spade trasformate in vomeri alla beatitudine di Gesù sui costruttori di pace – l’elaborato dovrà essere legato alla contemporaneità in chiave interdisciplinare. Concesse diverse modalità espressive: dalla scrittura in tutte le sue forme, alle
 
arti grafiche e plastiche; dalla fotografia al video, alle proposte multimediali. Il concorso intende inserirsi come contributo alle celebrazioni del 70° anniversario della nascita della Repubblica Italiana, che, nella sua Costituzione, ha affermato il principio del ripudio della guerra.
Paolo Naso, membro del Comitato paritetico MIUR-Biblia, nonché coordinatore della Commissione studi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha dichiarato: “È una proposta laica e aconfessionale. Leggere un testo sacro, sia la Bibbia, il Corano o altro ancora insieme a chi ha un'altra fede o non ne ha nessuna, è un sano esercizio di dialogo di cui abbiamo eccezionale bisogno”. A questo si aggiunge la necessità di contrastare “l’analfabetismo biblico” delle giovani generazioni rilevato in ormai diversi studi di settore.
Una giuria nazionale selezionerà i lavori più significativi rappresentativi dei percorsi curricolari realizzati nelle scuole. Alle fasi di valutazione degli elaborati, insieme ad altri esperti di diverso orientamento, parteciperanno anche collaboratori del Servizio istruzione ed educazione (SIE) della FCEI.
Per partecipare al concorso inviare la scheda di iscrizione - allegata al bando scaricabile dal sito www.bes.biblia.org – all’indirizzo mail info@biblia.org entro e non oltre il 30 ottobre.

Inaugurazione dell’Anno accademico 2015/2016 della Facoltà valdese di teologia
Prolusione di Yann Redalié, professore di Nuovo Testamento, sul messaggio di Calvino

Roma (NEV), 30 settembre 2015 - Sarà il professor Yann Redalié con una prolusione su: "Dio parla, e parla anche oggi. Una certezza di Calvino ricca di conseguenze", ad inaugurare il prossimo 3 ottobre (vedi appuntamenti) l’Anno Accademico 2015/2016 della Facoltà valdese di teologia di Roma. “Questa prolusione – ricorda il professor Redalié – che, come quella dell’anno scorso, si iscrive nella preparazione della ricorrenza del 2017 - gli inizi della Riforma -, riflette su come Giovanni Calvino si sia sforzato per tutta la vita per far sì che tutti possano udire ‘le grandi cose di Dio nella propria lingua natia’. Calvino, infatti, produce la sua opera letteraria in latino e in francese sin dall'inizio della sua attività pubblica di Riformatore e fino alla fine. Nella cultura del suo tempo, teologia, religione e morale appartengono alla lingua latina, alla sfera intellettuale. Calvino – prosegue Redalié – trasferirà i codici, gli schemi retorici e stilistici della lingua latina umanistica nel linguaggio più adatto al pubblico nuovo delle comunità e, dunque, alla lingua volgare, al francese. Dal latino della globalizzazione internazionale e intellettuale del tempo al francese del pubblico dei sermoni, della formazione biblica, delle comunità, che crescono in conoscenza biblica e teologica, Calvino non smette di tradurre se stesso”.
Il culto d’apertura, previsto per domenica 4 ottobre alle 10,45, curato dalla pastora valdese Letizia Tomassone, si terrà presso il tempio valdese di piazza Cavour. La Facoltà valdese conta una ventina di studenti iscritti al corso di laurea in teologia, uomini e donne quasi in numero uguale, e circa 200 iscritti per il corso di laurea triennale a distanza in Scienze biblico-teologiche. Il corso di dottorato in teologia conta invece 5 iscritti ai due indirizzi storico e sistematico-ecumenico. Completano il quadro degli iscritti i 9 studenti del "Centro Melantone", centro ecumenico di studi che la Facoltà valdese ha attivato nel 2001 in collaborazione con la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI).
Il primo corso pubblico su “Che cosa ci dice l’Antico Testamento? Introduzione alla sua lettura”, curato dal professore di Antico Testamento, Daniele Garrone, si terrà tutti i martedì dalle 18 alle 19,30 al costo di 80 euro a partire dal 13 ottobre 2015 sino al 3 febbraio 2016. Per informazioni: segreteria@facoltavaldese.org. Oppure visitate il sito www.facoltavaldese.org

CEC. A Budapest per sostenere i migranti
Olav Fykse Tveit: “Una soluzione internazionale, subito!”

Roma (NEV), 30 settembre 2015 -Come sostegno alla critica situazione creatasi a fronte del gran flusso migratorio al confine con l'Ungheria, dal 25 al 28 settembre una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) si è recata nella capitale ungherese per incontrare leader delle chiese, esponenti politici locali, e membri di organizzazioni internazionali. 
 
“Questa è molto più di unacrisi dei rifugiati in Europa. Abbiamo bisogno di una soluzione internazionale, subito! -ha dichiarato il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC -. E' fondamentale saper trattare gli esseriumani con dignità e con rispetto dei loro diritti. Ciò che sta accadendo in Ungheria è un campanello d'allarme per l'Unione europea (UE) e per il resto del mondo”. “Non è solo un problema dell'Europa. Dobbiamo trovare una soluzione alla guerra in Siria e in Iraq –ha aggiunto Audeh Quawas, membro del comitato esecutivo del CEC –. Siamo chiamati a trattare ogni essere umano secondo la legge internazionale”. “L'Ungheria e la UE non sono mentalmente preparate –ha detto Doris Peschke, segretaria generale della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) –. Ci dobbiamo preparare per i prossimi 10,15 anni; e discutere del ruolo che le chiese sapranno giocare. Come possiamo lavorare per l'integrazione dei rifugiati nella società europea? Da chi possiamo imparare?”. Ha infine concluso Tveit: “Siamo preoccupati delle tensioni tra le religioni. Vogliamo che le chiese lavorino insieme in solidarietà, e dobbiamo costruire ponti tra la religioni. Siamo in grado di trovare modi di vivere insieme?”.
Il CEC ha in programma una consultazione speciale sul tema della crisi dei rifugiati, da tenere in collaborazione con la Chiesa evangelica in Germania (EKD) a fine ottobre a Monaco di Baviera, Germania.

Scozia. La chiesa presbiteriana sostiene la “Settimana del buon denaro”
A favore della finanza etica e della gestione responsabile del denaro

Roma (NEV/Riforma.it), 30 settembre 2015 - Un maialino con l'aureola: è il logo della “Settimana del buon denaro” organizzata in Gran Bretagna per riflettere su come usiamo i nostri risparmi, sia che li conserviamo in un salvadanaio o li investiamo in borsa. Coordinata dall'Associazione del Regno Unito per la finanza e gli investimenti sostenibili (UKSIFA), la settimana si svolgerà dal 18 al 24 ottobre. Scopo della campagna è quello di sensibilizzare il maggior numero di persone sul fatto che “ognuno ha la possibilità di scegliere di investire i propri soldi in modo etico, responsabile e sostenibile. Scelte che non sacrificano le prestazioni finanziarie ma che permettono di avere un impatto positivo sull'ambiente e sulla società”. Coinvolte in questa campagna anche le chiese, tant’è che l’UKSIFA ha predisposto un volantino informativo specificamente a loro dedicato.
Il primo evento organizzato da una comunità cristiana si terrà il prossimo 3 ottobre a Edimburgo, dove la Chiesa di Scozia –attraverso il progetto Società, religione e tecnologia -propone una mattina di laboratori e conferenze con il titolo “Denaro per un cambiamento positivo”. Oratrice principale sarà Tessa Tennant, una delle pioniere e delle maggiori esperte dieco-finanza. Tra i laboratori spicca “Competenze finanziarie per giovani” guidato dalla giornalista Iona Bain, creatrice dello Young Money Blog: “E' importante parlare a ragazzi e ragazze di finanza etica; sul fatto, per esempio, che ci si debba assicurare che coloro ai quali affidiamo i nostri soldi li utilizzino bene, a favore della società e dell'ambiente”, ha spiegato Bain che sul tema del controllo degli investimenti e della fiducia degli investitori ha recentemente pubblicato sull'Herald Scotland un articolo sullo scandalo Volkswagen. (Per il programma completo:http://goodmoneyweek.com/whats-on/money-positive-change).


TELEGRAFO
(NEV) – La chiesa valdese di Brescia non ha dubbi: sì ad una città ospitale e multiculturale. Nei giorni scorsi la scuola elementare Manzoni, situata a pochi passi dalla chiesa curata dalla pastora Anne Zell, era stata al centro di un “caso” mediatico” per via di uno striscione di contenuto chiaramente razzista apparso davanti all’istituto statale conosciuto per l’alta presenza di bambini stranieri (nelle due prime classi non figura neanche un bambino italiano). “Lo striscione offende anche noi, come offende i bambini e le loro famiglie”, ha spiegato la pastora che cura una comunità composta da 12 nazionalità diverse. Chi ha iscritto il proprio figlio alla scuola statale ha fatto la scelta dell’integrazione, ha sottolineato la pastora, che aggiunge: “Noi sosteniamo chi, proprio in scuole come la Manzoni, costruisce tutti i giorni ponti fra culture diverse. Accettiamo la scommessa della multiculturalità e dell’integrazione fra diversi, impegnandoci affinché diventi promessa di un futuro di ampi orizzonti per i nostri figli e figlie”.

(NEV) - Si è tenuta il 30 settembre la conferenza stampa di presentazione del Tertio Millennio Film Festival (TMFF) rassegna della Fondazione Ente dello spettacolo giunta alla XIX edizione, realizzata con il patrocinio del Pontificio consiglio della cultura e del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, che si terrà a Roma dal 25 al 30 ottobre (vedi NEV 37/2015). La novità di quest'anno: il festival si rinnova significativamente nel segno del dialogo interreligioso. “Un’iniziativa davvero lodevole, perché ritengo che ci siano cose che la teologia non riesca a dire, mentre l’arte sì. Il cinema può raggiungere ambiti poi che altre espressioni artistiche non raggiungono, grazie ad una specificità di comunicazione che, in un quadro non apologetico e attraverso il coinvolgimento di diverse espressioni religiose, ci permette una forma di dialogo verso il quale forse ancora non siamo del tutto abituati”, ha detto in conferenza stampa il prof. Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia. “Noi tutti siamo sotto lo stesso cielo, eppure ognuno di noi ha un orizzonte diverso. E questo è lo scopo del dialogo”, ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura. Nel Comitato di selezione dei film ci saranno dunque anche rappresentanti della chiesa protestante, dell'ebraismo e dell'islam, che parteciperanno così alla progettazione del Festival insieme a personalità del mondo della cultura e dell’industria del cinema e dall’audiovisivo.

(NEV/FCES) – Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES), pastore Gottfried Locher, ha inviato una lettera a tutte le chiese membro affinché si adoperino per l'accoglienza di profughi e richiedenti asilo. “Il destino di centinaia di migliaia di profughi sulla via dell'esilio ci tocca tutti”, ha scritto Locher citando il brano evangelico nel quale Gesù dice: “Fui uno straniero e voi mi accoglieste”. In particolare la richiesta della FCES riguarda la disponibilità di locali per ospitare i profughi, per fungere da luogo d'incontro o come classi scolastiche. Le chiese locali sono chiamate a esaminare se una parte dei loro immobili possa essere destinata a quest'uso e a esortare i propri fedeli a partecipare essi stessi in questo tipo di ospitalità che “è un segno di fede”.

(NEV/WCC) - “Un segno di speranza non solo per i colombiani ma per il mondo intero”: così il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), il pastore Olav Fykse Tveit, ha salutato l'accordo raggiunto all’Avana tra le FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e il governo colombiano. Un accordo con il quale - si legge nella dichiarazione - le parti hanno deciso di “affrontare l’intera questione delle violazioni dei diritti umani verificatesi durante il conflitto” e “di istituire una commissione per la verità, prevedere risarcimenti per le vittime e offrire l’amnistia a chi ha combattuto ma non a coloro che hanno commesso crimini di guerra”. Tveit ha ricordato il contributo delle chiese al processo di riconciliazione in corso, mentre la pastora Gloria Ulloa, presidente del Consiglio delle chiese dell’America Latina e Caraibi, ha detto che l’accordo è “una buona notizia per tutti coloro che hanno lavorato per la pace” e “afferma l’importanza di implementare un modello di giustizia che consenta di costruire una pace duratura ponendo come priorità i diritti delle vittime”.

(NEV) – Proseguono in Europa le iniziative per ricordare i 600 anni della morte di Jan Hus, il teologo boemo che venne bruciato sul rogo per eresia durante il Concilio di Costanza nel 1415. Dal prossimo 2 ottobre, a Ginevra, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ospiterà presso la propria sede una mostra sulla vita e l'eredità del martire boemo. L'esposizione sarà accompagnata da una serie di eventi che si terranno nello stesso mese di ottobre presso l'università di Ginevra, la cattedrale di St. Pierre, l'auditorium di Calvino e il Museo internazionale della Riforma. Sempre nel mese di ottobre, a Roma, anche la chiesa valdese di piazza Cavour ospita una mostra su Jan Hus al quale il prossimo 20 ottobre verrà dedicata una conferenza del professor Lothar Vogel, docente di storia del cristianesimo alla Facoltà valdese di teologia. Tra gli altri eventi, segnaliamo anche la conferenza di Susanna Peyronel a Sondrio, il prossimo 2 ottobre (vedi appuntamenti), organizzata dal Centro evangelico di cultura.
 
(NEV) – S'intitola “Cinque personaggi in cerca d'autore” il laboratorio biblico 2015 organizzato a Milano dal Centro culturale protestante. La Scrittura si presenta come una narrazione plurale con un unico protagonista: il Dio d’Israele, il Padre di Gesù. La scena, tuttavia, pullula di altri personaggi, con i quali il protagonista divino si confronta. Il Dio biblico, infatti, è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Mosè, di Gesù… sempre il Dio di qualcuno, che si rivela nella relazione con i molteplici personaggi del racconto. I personaggi che verranno presentati sono il profeta Osea (Giuseppe Platone, 7 ottobre, vedi appuntamenti), Abigail (Dorothea Mack, 14 ottobre), Aquila e Priscilla (Anna Maffei e Massimo Aprile, 21 ottobre), Maria di Magdala (Angelo Reginato, 28 ottobre). La metodologia è quella di un laboratorio a carattere interattivo, così da ricostruire insieme i tratti dei personaggi, la loro funzione nell’intreccio, il valore di archetipi della fede o dell’incredulità. I personaggi, infatti, sono costruzione non solo dell’autore ma anche del lettore che li riconosce come specchi del proprio vissuto e finestre su paesaggi inediti.


APPUNTAMENTI
SONDRIO –Venerdì 2, il Centro evangelico di cultura invita alla conferenza di Susanna Peyronel su “Jan Hus testimone della verità. A 600 anni dal rogo per eresia”. Alle 18 in via Malta 16.

ROMA –Sabato 3, inaugurazione dell'anno accademico 2015-2016 della Facoltà valdese di teologia. Prolusione di Yann Redalié dal titolo “Dio parla, e parla anche oggi. Una certezza di Calvino ricca di conseguenze”. Alle 17.30 presso l'aula magna della Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cossa 40.

VENEZIA –Sabato 3, il Centro culturale protestante “Palazzo Cavagnis” invita al recital per soprano e pianoforte “Vite di donne”, con Ilaria Torresan e Susan Anne Proctor. Alle 18 in calle lunga di S. Maria Formosa, Castello 5170.

ROMA –Domenica 4, culto di apertura dell'anno accademico2015-2016 della Facoltà valdese di teologia. Predicazione di Letizia Tomassone. Alle 10.45 presso la chiesa valdese di piazza Cavour.

ALBANELLA (Salerno) –Domenica 4 la chiesa metodista invita al concerto di Franco Mayer “Cantanapoli. Piccola antologia della canzone napoletana”. Alle 17 in via Risorgimento.

VENEZIA –Domenica 4, per i “Concerti sulla scala”, organizzati dalla chiesa luterana, “In chordis et organo” concerto dell'Ensemble Chordis. Alle 17 sulla scala dell'auditorium della chiesa, Campo Ss. Apostoli, Cannaregio.

VENEZIA –Mercoledì 7, il Centro culturale protestante “Palazzo Cavagnis” invita a un concerto a sorpresa. Alle 18 in calle lunga di S. Maria Formosa, Castello 5170.

ROMA –Mercoledì 7, in occasione dell'uscita della versione italiana del libro “La trinità spirituale” di Lanza del Vasto (ed. Centro Gandhi), la libreria Claudiana invita a un incontro con Frédéric Velmorel, Paolo Ricca e alcuni membri della comunità dell'Arca di Catania. Coordina Benedetta Caldarulo. Alle 18.30 via Marianna Dionigi 59.

MILANO –Mercoledì 7, primo incontro del Laboratorio biblico 2015, organizzato dal Centro culturale protestante, sul tema “Cinque personaggi in cerca d'autore”. Giuseppe Platone interviene su “Osea”. Alle 20.30 presso la sala attigua alla libreria Claudiana, via Francesco Sforza 12a.

TELEVISIONE –Lunedì 5, su RAIDUE alle 7.30 circa, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la replica della puntata con i servizi “Visti da fuori: la chiesa evangelica battista di Pordenone” e “Martin Lutero ritorna a Roma. Una piazza dedicata al riformatore protestante”. Le trasmissioni sono disponibili anche sul sito della RAI, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv041.php.

RADIO -Ogni domenica mattina alle 7.35 su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (4 ottobre, pastore Luca Anziani), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito www.cultoevangelico.rai.it.

Mare e cielo, la memoria come denuncia del presente
Lampedusa, Agrigento (NEV), 30 settembre 2015 - Giorni fa il collettivo Askavusa ha organizzato nell'isola di Lampedusa un concerto molto suggestivo che si è tenuto in un luogo magico, presso dei cerchi di pietra risalenti al periodo neolitico. Sì, perché quasi 8 mila anni fa questo scoglio in mezzo al Mar Mediterraneo era già abitato da popolazioni che utilizzavano le pietre come se fossero un calendario per capire quando piantare il grano o semplicemente come luogo spirituale, così come oggi, luogo spirituale, è il Santuario della Madonna di Porto Salvo. Spazio che testimonia un’antica pratica di convivenza interreligiosa nel Mediterraneo, dove si riunivano per pregare sia cristiani che musulmani. In questo luogo il prossimo 3 ottobre si terrà una cerimonia interreligiosa per ricordare le vittime della tragedia in mare del 2013 dove morirono 368 persone davanti le coste di Lampedusa, e per ricordare tutte le altre vittime delle frontiere. Il titolo della cerimonia, dove interverranno personalità religiose di diverse fedi, è "Memoria tra mare e cielo". E' difficile pensare una giornata per ricordare le vittime di una tragedia mentre, nello stesso mare, reso assassino dalle leggi degli uomini, gli innocenti continuano a morire. Più di 2500 nel 2015. Lo è ancora di più perché molto probabilmente mentre ricorderemo, proprio sull'isola, centinaia di persone saranno chiuse in un Centro di accoglienza che è già diventato hotspot, dal quale le persone non possono uscire, e dopo essere state identificate sapranno se saranno accolte come profughi e richiedenti asilo o invece rispedite indietro com'è successo ad una ventina di ragazze nigeriane qualche settimana fa. Noi, queste ragazze le abbiamo viste sbarcare sul molo, erano giovanissime e molto probabilmente erano tutte vittime di tratta. Ci vergogniamo molto e non ci sentiamo a posto con la nostra coscienza per aver detto loro "Welcome in Italy", e poi, il nostro paese le ha riportate nelle strade di chi le ha inserite nel mercato della prostituzione e della violenza.
Ricordare si deve, ma il ricordo non può fermare la nostra denuncia del presente, quello che avviene in questo mare e in tutte le frontiere, e quindi le enormi responsabilità di un Occidente che ha di fatto recintato il Sud del mondo dopo averlo impoverito per secoli. Per la prima volta nella storia dell'uomo moderno una parte di umanità ha trovato il modo di mettersi in cammino, uno spostamento per numero e consistenza senza precedenti. Questo movimento è il risultato di più fattori, dalla facilità dei trasporti all'effetto delle guerre, ma è un movimento epocale con il quale la storia farà i conti.
 
Ad ora, le risposte dei paesi ricchi sono ancora quelle che hanno provocato danni e costi sociali enormi. Muri e filo spinato si alzano ovunque e i numeri di accoglienza che prevede l'Europa sono irrisori rispetto a tutto questo. Tutto ciò mentre i governi si rimpallano queste persone come se fossero pacchi, contrattando sul piano geopolitico il proprio spazio. C’è invece la necessità di aprire subito corridoi umanitari per evitare il continuo stillicidio di vite.
Non è quindi soltanto una questione di memoria, il 3 ottobre è una data che parla di un presente in corso, di una tragedia in atto che deve essere fermata.

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