6° incontro di preghiera - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  26 novembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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VI° incontro di preghiera
Cammino di giustizia

Simbolo: cibo e terra. L’immagine del cibo è al centro della preghiera.
I testi biblici che guideranno il nostro momento di preghiera è Atti 1 e 1 Re 21:1.
Le immagini bibliche alimentari più usate nei testi biblici sono: il pane, la manna, il latte e il miele. Dio dà cibo a tutte le creature viventi. Dio alimenta la chiesa nella comunione. Cristo è il Pane della vita. Dare da mangiare agli affamati è un invito fondamentale, per la vita cristiana. C’è da combattere durante questo cammino verso la giustizia perché vi è fame di giustizia. Tanto il giudaismo come il cristianesimo e l’Islam nascono in aree di clima desertico. Poiché la terra era povera e l’acqua scarseggiava, si attribuiva a Dio la mietitura abbondante. Un racconto biblico molto famoso sulla mietitura è quello dove non vi è stata raccolta, e la fame obbliga la famiglia di Giuseppe a lasciare la propria terra e ad andare in Egitto.
Il linguaggio sulla mietitura lo troviamo anche in altri testi biblici. I salmi lodano Dio per la buona mietitura (Salmo 65). I profeti, come Amos, gridano al popolo per l’ingiusta distribuzione degli alimenti nel tempo della mietitura. E nel nostro secolo, è particolarmente dolorosa la confisca governamentale della terra e la conquista coloniale d’essa. I profeti del Primo Testamento sembrano essere gli antenati dei popoli indigeni nella loro lotta e denuncia dei soprusi subiti.
Vi proponiamo tre documenti da condividere per un momento di preghiera e di riflessione in vista di un impegno a favore di questi diritti negati:  
a) Dichiarazione a favore dei diritti umani agli apolidi nel mondo e gli impegni presi a Busan
b) Rapporti fra USA e Cuba - embargo economico  
c) Sunto sui popoli indigeni




Chiamata all’adorazione
L1:  Voi tutti/e, che avete sete, venite a bere dell’acqua! E voi, che non avete denaro, venite, e comprate, e mangiate!
L2: Il Dio Trino e Uno invita tutta la creazione alla Festa della Vita, nel nome di Gesù Cristo, che è venuto  afinchè "tutti abbiano vita, e la abbiano in abbondanza".
C: Amen
L1: Lodato sia Dio. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché essi saranno saziati.
Preghiera di confessione di peccato e consolazione
L  Quando ignoriamo la bellezza della creazione,
C: che cosa terribile è per noi.
L:  Quando si abbattono gli alberi e i boschi si convertono in deserto,
C: che cosa terribile è per noi.
L: Quando le api muoiono e gli alberi non danno frutto,
C: che cosa terribile è per noi.
L: Quando sfruttiamo il suolo in cerca d’oro e di petrolio, mentre milioni di persone non hanno cibo,
C: che cosa terribile è per noi.
L: Quando sappiamo ciò che dobbiamo fare ma camminiamo nella direzione opposta.
C: che cosa terribile è per noi.
L: Poiché facciamo arrivare sopra di noi l’ira di Dio e sprofondiamo nelle tenebre .
C: Dio di tutta la creazione, ascolta la confessione dei nostri cuori. Invia il Tuo Spirito per rinnovare la creazione intera mentre annunciamo l’amore eterno di tuo Figlio. Amen

Canto: Dio dà il respiro. Da "Celebriamo il Risorto" Ed. Claudiana 2014, inno 194

Lettura Biblica:  1 Re 21: 1 - 22
Narratore
Nabot d'Izreel aveva una vigna a Izreel presso il palazzo di Acab, re di Samaria. Acab parlò a Nabot, e gli disse:
Acab: «Dammi la tua vigna, di cui voglio farmi un orto, perché è contigua alla mia casa; e al suo posto ti darò una vigna migliore; o, se preferisci, te ne pagherò il valore in denaro».
Narratore: Ma Nabot rispose ad Acab:
Nabot: «Mi guardi il SIGNORE dal darti l'eredità dei miei padri!»
Narratore: E Acab se ne tornò a casa sua triste e irritato per quella parola dettagli da Nabot d'Izreel: «Io non ti darò l'eredità dei miei padri!» Si gettò sul suo letto, voltò la faccia verso il muro, e non prese cibo.  
5 Allora Izebel, sua moglie, andò da lui e gli disse:
Izebel:  «Perché hai lo spirito così abbattuto, e non mangi?»
Narratore: Acab le rispose:
Acab: «Perché ho parlato a Nabot d'Izreel e gli ho detto: "Dammi la tua vigna per il denaro che vale; o, se preferisci, ti darò un'altra vigna invece di quella"; ed egli m'ha risposto: "Io non ti darò la mia vigna!"»
Narratore: Izebel, sua moglie, gli disse:
Izebel: «Sei tu, sì o no, che eserciti la sovranità sopra Israele? Àlzati, mangia, e sta' di buon animo; la vigna di Nabot d'Izreel te la farò avere io».
Narratore: Scrisse delle lettere a nome di Acab, le sigillò con il sigillo di lui, e le mandò agli anziani e ai notabili che abitavano nella città di Nabot. In quelle lettere scrisse così: «Bandite un digiuno, e fate sedere Nabot in prima fila davanti al popolo; mettetegli di fronte due malfattori, i quali depongano contro di lui, dicendo: Tu hai maledetto Dio e il re; poi portatelo fuori dalla città, lapidatelo, e così muoia». La gente della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella città, fecero come Izebel aveva loro ordinato, scrivendo le lettere che aveva loro mandate. Bandirono il digiuno, e fecero sedere Nabot davanti al popolo. Poi vennero i due malfattori. Si misero di fronte a lui, e deposero così contro di lui, davanti al popolo:
La gente: «Nabot ha maledetto Dio e il re».
Narratore: Allora lo condussero fuori dalla città, lo lapidarono, ed egli morì. Poi mandarono a dire a Izebel:«Nabot è stato lapidato ed è morto». Quando Izebel udì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab:
Izebel: «Àlzati, prendi possesso della vigna di Nabot d'Izreel, che egli rifiutò di darti per denaro; poiché Nabot non vive più, è morto».
Narratore: Quando Acab udì che Nabot era morto, si alzò per scendere alla vigna di Nabot d'Izreel, e prenderne possesso. Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Elia, il Tisbita, in questi termini:
Dio: «Àlzati, va' incontro ad Acab, re d'Israele, che sta a Samaria; egli è nella vigna di Nabot, dov'è sceso per prenderne possesso. E gli parlerai in questo modo: "Così dice il SIGNORE: Dopo aver commesso un omicidio, vieni a prendere possesso?" E gli dirai: "Così dice il SIGNORE: 'Nello stesso luogo dove i cani hanno leccato il sangue di Nabot, i cani leccheranno anche il tuo'"».
Narratore: Acab disse a Elia:
Acab: «Mi hai trovato, nemico mio?»
Narratore:  Elia rispose:
Elia: «Sì ti ho trovato, perché ti sei venduto a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE. Ecco, io ti farò cadere addosso una sciagura, ti spazzerò via, e sterminerò ogni uomo della tua casa, schiavo o libero che sia, in Israele; e ridurrò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebat, e come la casa di Baasa, figlio di Aiia, perché tu hai provocato la mia ira e hai fatto peccare Israele.

Proposta di riflessione:
Leggere il testo, nel gruppo, ad alta voce. Chiedere ad alcuni volontari che leggano la parte del testo a loro assegnata (invitare ai volontari a entrare nei personaggi.)
Riflettere ed elencare i temi del testo e descrivere i personaggi che si trovano nel testo.  
Come possiamo pentirci in modo concreto come persone, chiese e nazioni per aver confiscato il patrimonio e i diritti di altri popoli?
È necessario che il movimento ecumenico sia profetico, incluso nel mercato?  Che differenza esiste fra la giustizia di Dio e la "giustizia del mercato"?

Vedi studio biblico: Essere chiesa: lottare per la giustizia nel mondo antico
Spunti: La storia della vigna di Nabot chiama in causa il concetto di giustizia nella nostra società. Introduce la giustizia di Dio per affermare la vita: una misura che contrasta con la logica dell’economia del Re Acab in nome dell’efficacia e della produttività. Il testo ci può guidare anche nel momento in cui risponderemo ai problemi attuali che riguardano le ingiustizie nel mercato globale e in cui discerneremo il modo di vivere nella pratica la giustizia di Dio per salvaguardare la vita.   
Presentare i tre documenti per un momento di preghiera comunitaria

Canto: Per la tua grazia. Da "Celebriamo il Risorto" Ed. Claudiana 2014, inno 127
Preghiera d’intercessione
L1: Dio della vita, ascolta il lamento di coloro che non hanno nulla e il lamento degli sfollati.
L2: ti preghiamo per gli agricoltori, i popoli indigeni e i poveri a cui hanno strappato la terra. Ti preghiamo per coloro che non hanno potere e per coloro a cui hanno occupato la propia terra. Dio della vita
C: ascolta la nostra preghiera.
L1: Dio di giustizia, ascolta il lamento di coloro che hanno fame e sete.
L2: Ti preghiamo per coloro che hanno troppo poco, affinchè abbiano a sufficienza per vivere. Ti preghiamo affinché coloro che hanno più del necessario si sentano chiamati a condividere. Dio di Giustizia
C: ascolta la nostra preghiera.
L1: Dio della pace, ascolta coloro che desiderano guarire.
L2: Ti preghiamo per le persone che soffrono violenza sui loro corpi, nello spirito e nella mente. Ti preghiamo per i vulnerabili nelle nostre case, nelle nostre chiese e nel nostro paese. Ti preghiamo per i feriti e i torturati nei luoghi di conflitto. Ti preghiamo per coloro che commettono atti di violenza. Dio della Pace
C: ascolta la nostra preghiera.
L1: Dio d’amore, ascolta le preghiere della tua amata chiesa.
L2: Fa’ di noi un segno fedele del tuo regno di pace. Inviaci il tuo Spirito, oh Dio, affinché tutti possano vivere la pienezza di vita. Mediante la fede, la speranza e l’amore, mediante la  testimonianza, il servizio e la solidarietà.
C: ascolta la nostra preghiera. Amen


Saluto finale:
Una persona prende un piatto con olio e fa’ il segno della croce sulla mano della persona che ha accanto dicendogli che è contraddistinta dalla croce di Cristo.

L:
Nell’essere insieme da ogni angolo del mondo, siamo una comunità di uomini e donne benedetti.
C: Benedetti con il segno della croce, nei nostri cuori,
L.
Benedetti per diventare una comunità di pace,
C: benedetti per mezzo dei nostri nomi pronunciati da Dio.
L:
Benedetti per rivendicare la gioia che vi è nel dare.
C: benedetti per osare di più perché insieme siamo forti.  


Benedizione
Andiamo con Gesù, la luce che ci guida durante il nostro cammino mentre attendiamo il sole della giustizia che spunterà una mattina per tutta l’umanità.
Che il Dio della Pace, viandante eterno, ci conduca per sentieri di speranza, di solidarietà, e ci regali l’allegria d’essere uniti nel suo amore.


Canto: La pace fratello. sorella. Da "E tutto il popolo dica: Amen!"
Ed. Claudiana 2008, inno 54

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Sunto sulla situazione della Repubblica Democratica del Congo  


La Repubblica Democratica del Congo ha dovuto affrontare, negli ultimi decenni, una serie di crisi e di conflitti armati. Il paese ha attraversato una situazione di pace fragile, mancanza di sicurezza, povertà e sottosviluppo.
Per quanto riguarda la sicurezza e le questioni umanitarie, la situazione nella parte orientale del paese rimane una questione di seria preoccupazione, nonostante l’accordo di pace tra i gruppi armati e il governo siglato il 23 marzo 2009. Pertanto, persone innocenti sono costantemente sotto attacco. Uccisioni, assassinii, numerosi stupri, saccheggi, distruzione di case e villaggi incendiati sono situazioni purtroppo frequenti.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha dichiarato che le persone sfollate a causa del conflitto armato nella provincia di Nord Kivu sono più di 2.600.000. Tale conflitto tra le truppe governative e i ribelli M23 va avanti dall’aprile 2012.
Accogliamo positivamente la recente iniziativa di resa dei ribelli M23 al fine di facilitare il processo di pace nella Repubblica Democratica del Congo, e l’accordo quadro di Addis Abeba, che ha dato al Presidente della Repubblica un’opportunità per organizzare correttamente l’amministrazione del paese, anche se il vero problema rimane la resistente mancanza di un consenso nazionale.

Con il sostegno della Comunità Internazionale sono state organizzate le prime elezioni democratiche nel dicembre 2006; esse erano destinate a fornire al paese istituzioni democratiche stabilite legalmente.

L’elezione presidenziale e legislativa ebbe luogo nel novembre 2011 in mezzo a tante incertezze e caos politico. In seguito, la situazione politica è diventata molto polarizzata e tutte le istituzioni statali del paese si sono indebolite.
Oggi, il paese sta affrontando una profonda crisi di legittimità per la mancanza di trasparenza nel processo elettorale del 2011.
Questa situazione si è verificata per la mancanza di preparazione, in termini di educazione civica ed elettorale, tra gli elettori.

Le chiese membro del Consiglio mondiale delle chiese (WCC) e la Chiesa di Cristo in Congo (CCC) hanno organizzato una consulta dal 15-16 agosto 2013, per riflettere sulle sfide di oggi per il popolo della Repubblica Democratica del Congo.
Perché nel paese continuano a essere in pericolo la stabilità politica e la sicurezza, è stato deciso che le chiese nella RDC dovrebbero avviare un processo di pacificazione del paese con l’appoggio del WCC.
Essi ritengono che al fine di preparare adeguatamente il popolo Congolese alle prossime elezioni, le chiese nella RDC dovrebbero assumere un ruolo guida nel preparare le persone a comprendere il processo elettorale e assetto istituzionale democratico. Questo deve essere fatto prima delle elezioni locali, previste per il 2014, e le elezioni generali che avranno luogo nel 2016.

Le chiese congolesi hanno richiesto che sia il Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle chiese ad avviare un processo ecumenico per la costruzione della pace nella Repubblica Democratica del Congo. A tale proposito, le chiese congolesi hanno richiesto il supporto del WCC e suggerito che il WCC dovrebbe rivestire un ruolo simile a quello che ha svolto in passato, in Sudafrica.
Considerando l’urgenza di costruire la pace nella RDC, così colpita da conflitti, la X assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese riunitasi a Busan, Corea del Sud, dal 30 all’8 novembre 2013:
A. consapevole e in solidarietà con le vittime di questo conflitto prolungato;
B. chiede che il Segretario Generale esplori la possibilità di avviare un programma a sostegno delle iniziative per la costruzione della pace delle chiese congolesi attraverso il dialogo e la mediazione;
C. incoraggia la Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali a organizzare una consulta permanente per sviluppare un quadro strategico per la difesa globale della pace e della riconciliazione nella Repubblica Democratica del Congo, in collaborazione con membri delle chiese, organizzazioni regionali e subregionali, gruppi della società civile e correlata;
D. sostiene le chiese nella RDC nei loro sforzi per l'educazione civica, sui processi elettorali e potere politico democratico;
E. esorta il Consiglio Ecumenico delle Chiese a essere una presenza di accompagnamento durante le prossime elezioni del 2014 e del 2016 attraverso il monitoraggio e il controllo;
F. invita i membri delle chiese del WCC a ricordare in preghiera le persone della RDC e a pregare per la fine del conflitto e per la pace duratura nel paese.

Dio è vita,
Noi preghiamo per il popolo della Repubblica Democratica del Congo.
Dio della vita, ti chiediamo d’essere insieme con loro nella lotta
e di porre fine al conflitto affinché tutti e tutte siano guidati
verso la giustizia e la pace. Amen

APPROVATO



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Sunto sui popoli indigeni
Il tema dell’Assemblea, «Dio della vita, guidaci alla giustizia e alla pace», ha indirizzato e arricchito le discussioni durante la X Assemblea, ricordando ripetutamente ai partecipanti la necessità di una maggior consapevolezza dei diritti e della dignità dei popoli indigeni. I diritti originari dei popoli indigeni derivano dalle loro culture, storie e tradizioni spirituali; dalle loro strutture politiche, economiche e sociali; e dai loro diritti storici determinati dalla terra, dal territorio e dalle risorse. Oggi, i popoli indigeni nel mondo sono vulnerabili di fronte a situazioni nelle quali la loro vita e la loro sicurezza sono minacciate. È necessario sopprimere le leggi oppressive e screditare le politiche dei governi, in particolare gli accordi commerciali e pratiche nazionali e internazionali che promuovono l’estrazione delle risorse a scapito dei diritti umani e della sovranità delle popolazioni indigene. I popoli indigeni hanno il diritto collettivo di vivere in libertà, pace e sicurezza come le altre persone nei loro contesti.  
Eppure i popoli indigeni in molte parti del mondo affrontano costanti minacce alla loro vita e alla loro  sopravvivenza come comunità.  Essi hanno, come individui, il diritto alla vita, all’ integrità, alla libertà e sicurezza della persona in ogni circostanza.
Il Consiglio mondiale delle chiese (WCC) ha un impegno di lunga data    di solidarietà con i popoli indigeni e nel promuovere  le loro preoccupazioni, soprattutto la necessità di rispettare e difendere i loro diritti nativi e  la loro dignità.
Mentre riafferma l'impegno a lavorare sulle questione dei  popoli indigeni, l'Assemblea WCC, riunitasi  a Busan, Corea del sud, dal 30 ottobre al 8 novembre 2013:
Chiama  le chiese membro a:
-rispettare la spiritualità dei popoli indigeni e sostenere il loro desiderio  di autodeterminazione delle comunità indigene nel mondo;
-riflettere sui propri dati storici e cercare di capire meglio le difficoltà  dei popoli indigeni in contesti diversi;
-fornire appoggio alle delegazioni di popolazioni indigene  ed  incoraggiare la partecipazione  ai processi decisionali  presso le Nazioni Unite;
sostenere e consolidare gli sforzi delle comunità indigene che lavorano  per abolire leggi oppressive e politiche che  continuano a legittimare pratiche coloniali sulle loro terre; e
-coordinare la comunicazioni tra le chiese membro del WCC e delle agenzie ecumeniche che lavorano per i diritti dei popoli indigeni.
Raccomanda che il Segretario generale:
-presti particolare attenzione a questioni dei popoli indigeni fino alla successiva assemblea del WCC;  successivo periodo di WCC; e
-mantenere il programma a favore dei popoli  indigeni con adeguato personale nella sede di Ginevra del WCC, affinché si possano  coordinare, facilitare e realizzare i propri impegni programmatici.
APPROVATO





 
 
 
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