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VITA DELLE CHIESE



BariBattista · numero 136 · novembre 2023 · pagina 2/3
Mensile della C h i e s a c r i s t i a n a e v a n g e l i c a b a t t i s t a



Bari Laicità e istituzioni pubbliche
Nicola Pantaleo

«La laicità, questa sconosciuta (nel nostro Paese)». Così titolavo un breve articolo per Riforma di qual-che anno fa, nel pieno della mia attività nella direzione dell’Associa-zione «31 Ottobre per una scuola laica e pluralista», poi sciolta, con particolare riferimento all’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole di ogni ordine e gra-do....
Ma il mio interesse è incentrato questa volta sul problema della laicità a livello più alto e generale, cioè nelle Istituzioni pubbliche, prenden-do le mosse dal recente funerale del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. In tutti i comunicati radiotelevisivi e nella stampa si faceva uso, da noi abbastanza inusitato, del termine “laico”, ripetuto ed enfatizzato quasi a sottolineare l’eccezionalità dell’evento.
Non può evidentemente stupire la decisione di non avvalersi del rito cattolico da parte di un esponente politico della sinistra che ha coeren-temente professato agnosticismo in materia religiosa senza tuttavia mai mostrare mancanza di rispetto verso i credenti.
Ma quello che più ha colpito l’opinione pubblica religiosa è stato piuttosto l’atteggiamento di papa Francesco, che a sorpresa e senza preavviso ha voluto presenziare alla cerimonia. Contrariamente a quan-to ci si attendeva Bergoglio non ha compiuto i due gesti tradizionali per un sacerdote cattolico in quel contesto: il segno della croce e la benedizione della salma. Con ciò ha dimostrato un lato abbastanza inedito del comportamento del clero cattolico in quella circostanza. La straordinaria “laicità” del suo sguar-do intriso di rispetto per le convinzioni del suo amico presidente avrà certamente scandalizzato quella parte del popolo cattolico che guarda da tempo con sospetto le parole e i gesti del pontefice che rimettono spesso in discussione principi consolidati della dottrina e della morale cattoliche e non si rassegna alle svolte e ai cambiamenti da lui impressi durante il suo pontificato.
Per converso, ne saranno sicura-mente confortati e incoraggiati coloro che da tempo sono insofferenti verso una Chiesa immobile e ferma su posizioni preconciliari se non tridentine. Vi è da considerare tut-tavia che non si tratta di un atteg-giamento isolato nell’alta gerarchia cattolica. Si ricorderà infatti il dia-logo ispirato ad apertura e com-prensione reciproca sul terreno ecu-menico e interreligioso ma anche nei confronti del mondo ateo e agnostico sviluppato in più occasioni dal cardinale Martini e prima ancora dal cardinale Lercaro e altri e oggi dall’arcivescovo di Bologna e presi-dente della Cei, cardinale Zuppi. Ed è difficilmente dimenticabile il fitto colloquio tra Francesco ed Eugenio Scalfari, illustre giornalista e fonda-tore di uno dei maggiori quotidiani italiani. Anche in quell’occasione si era generata un’amicizia, scevra da intenti proselitistici e nutrita di genuino interesse intellettuale e spirituale.
A questo clima di sincero rispetto della laicità delle istituzioni fanno da stridente contrasto i reiterati riferi-menti a Dio, patria e famiglia intonati da esponenti dell’attuale governo. È soltanto di qualche giorno fa il “duetto” della presidente del Consiglio con il presidente ungherese Orban, noto per le posizioni reazio-narie e clericali, sull’opportunità di “difendere Dio” in una società secolarizzata, un’affermazione che ha giustamente provocato molta ironia e sarcasmo più che indignazione. Ecco come alcuni autorevoli rappre-sentanti politici intendono la laicità delle Istituzioni.
E a tal proposito passa persino in secondo piano l’attivismo di un paio di anni fa, ma mai abbandonato, del segretario della Lega, oggi pe-raltro vicepresidente del Consiglio, che si premurava nei comizi di esporre rosario e crocifisso e invocava la presenza della Vergine. Si dovrebbe parlare a questo proposito di scarsa cultura e folclore ma non si può non considerare l’insieme di questi segnali come un rischio permanente per la laicità delle Istituzioni in Italia.



 
 
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