Ma chi diavolo è il diavolo? - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  17 novembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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Ma chi diavolo è il diavolo?
 
 
Quando i cristiani si confrontano sulla figura del diavolo, entrano facilmente in conflitto, dividendosi sulle diverse concezioni che hanno attorno a questa figura. In questo modo, però, essi danno potere al diavolo e, senza rendersene conto, fanno il suo gioco, giacché, come vedremo, diavolo significa proprio divisore!
 
Diavolo, satana, demonio, Lucifero: sono questi i principali nomi che la tradizione cristiana ha attribuito alla realtà del Male. Oggigiorno i cristiani si ritrovano spesso divisi sulla maniera in cui intendere la figura del diavolo. Per i più conservatori il diavolo è un essere vivente che si contrappone a Dio; per i più liberali è invece una figura simbolica che personifica il male prodotto dall'umanità. Nel primo caso il rischio è quello di elevare la figura del diavolo a una divinità del male che si contrappone a Dio, come divinità del bene, ricadendo in una forma di religiosità dualistica che non si confà al monoteismo ebraico-cristiano e che si traduce in un'etica fatalista in base alla quale l'essere umano non è più direttamente responsabile del bene o del male che commette perché è soggetto alle forze divine del Bene e del Male dalle quali viene manovrato. Il manicheismo fu una delle religioni dualistiche diffusasi nei primi secoli dell'era cristiana alla quale aderì Agostino d'Ippona nella sua gioventù prima di convertirsi al cristianesimo. Nel secondo caso il rischio è quello di ridurre l'origine del male all'egoismo umano, ma difficilmente si riuscirebbe a spiegare il malessere di tutta la creazione e le aberrazioni prodotte nella storia dal genere umano partendo soltanto dal nostro egoismo.
 
Prima di chiederci chi sia il diavolo, dovremmo dunque assodare che cosa non è. Il "principe di questo mondo" (per utilizzare un ulteriore nome attribuitogli da Gesù nel quarto Vangelo) non è il dio del male che si contrappone al dio buono perché vi è "un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti" (Ef 4,6). Allo stesso tempo il diavolo non è nemmeno una figura mitologica che oggi potremmo liquidare pensando semplicemente che non esiste. Bisognerebbe dunque evitare questi due estremi contrapposti, il primo dei quali arriva a divinizzare il Male, come principio assoluto ed eterno, e il secondo che arriva a negare la realtà del Maligno. Entrambe queste visioni non sono fedeli al messaggio biblico e dunque vanno ritenute eterodosse (non conformi alla verità biblica). Se le nostre riflessioni sul tema in questione rientrano nell'ambito di questi due paletti, possono essere ritenute lecite ed è possibile aprire un sereno confronto senza dividerci, applicando l'esortazione apostolica che prevede la nostra libertà di coscienza: "ciascuno cerchi di approfondire le sue convinzioni personali" (Rm 14,5 CEI).
 
In base ai suddetti presupposti preliminari espongo, a partire dalla mia prospettiva, quanto sino ad oggi ho appreso attorno a questo spinoso argomento. La Bibbia riconosce la presenza misteriosa e costante del Male, ma esso non viene mai definito come un principio assoluto paragonabile a Dio ed eterno come Dio. Il Male è una realtà caotica che minaccia l'ordine stabilito da Dio, producendo confusione, disordine e discordia. Non incontriamo, però, nella Bibbia una vera e propria descrizione sull'origine del Male. La nota storia di Lucifero, l'angelo che si ribella a Dio, non è propriamente biblica, ma è una leggenda mutuata dalla letteratura apocrifa del giudaismo ellenistico, come il secondo libro di Enoch, e poi ulteriormente ampliata dai padri della chiesa. Secondo questa leggenda, che ha tanto influenzato la tradizione cristiana, Lucifero (letteralmente “portatore di luce”) era l’arcangelo più bello e splendente, il più prossimo a Dio. Il suo splendore lo accecò fino a renderlo così superbo da credersi superiore a Dio stesso e dal desiderare di sostituirsi a Lui. Fu così che radunò una schiera di angeli per ribellarsi a Dio e usurpare il suo trono, ma Dio lo cacciò dal Cielo, gettandolo nell’oscurità degli Inferi.
Questa leggenda si basa su una lettura allegorica del seguente brano di Isaia: "Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all'Altissimo». Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa!" (Is 14,12-15). Leggendo l'intero contesto letterario, è chiaro però che Isaia non descrive una figura angelica ribelle a Dio, ma si riferisce al re di Babilonia di cui annuncia la morte e la caduta del suo impero.
 
Il Male è sostanzialmente il residuo di caos originario che permane anche in seguito alla buona creazione di Dio, che Egli ha realizzato ordinando gli elementi con la separazione della luce dalle tenebre e della terra dalle acque (Gn 1,1-10), facendo così emergere il cosmo, che è appunto il creato nel suo ordine e nella sua armonia. Questo residuo permarrà finché il piano di creazione di giudizio e di salvezza di Dio non giungerà al suo pieno compimento. La creazione stessa è in divenire in attesa della sua realizzazione finale, quando sarà liberata da ogni forma di corruzione, e nel frangente soffre con noi (Rm 8,20-25).
 
I nomi che la Scrittura dà al principio del Male non definiscono la sua essenza, che rimane oscura, ma si limitano a descrivere la sua azione. Non si tratta infatti di nomi propri, ma di nomi comuni: satana (dall'ebraico šatan) significa semplicemente "nemico" o "avversario"; diavolo (dal greco diabolos) significa "divisore". La parola greca diabolos è composta infatti da due vocaboli: dià (attraverso) e ballò (gettare). Il diavolo è dunque "colui che si getta attraverso", che si mette in mezzo tra noi e Dio e si frappone nella nostra relazione con Dio, ostacolandola. Il diavolo è insomma la personificazione delle avversità e degli ostacoli che tagliano la nostra relazione con Dio. E le tentazioni che provengono dal diavolo rappresentano tutte quelle opposizioni, che incontriamo dentro di noi e fuori di noi, che vorrebbero spingerci ad andare in una direzione contraria alla volontà di Dio.
Satana rappresenta la realtà del Male che è nemica a Dio ed è anche nemica all’umanità e, come tale, va combattuta come fece Gesù nel deserto. Noi oggi, avendo una mentalità post-illuministica condizionata dal razionalismo filosofico, che pretende di dare una spiegazione logica a ogni cosa, siamo portati a chiederci quale sia l’origine del Male e rischiamo di perderci in riflessioni che vanno ben al di là della parola biblica. E, così, volendo spiegare l’inspiegabile attraverso il nostro ragionamento umano, arriviamo a percorrere due piste di riflessione contrapposte: una conservatrice e l’altra liberale. Chi adotta la tesi conservatrice ragiona secondo la tradizione dei Padri della Chiesa, influenzati dalla filosofia greca e dall’interpretazione allegorica delle Scritture, e arriva a descrivere l’origine del male attraverso la storia della ribellione di Lucifero e dei suoi angeli. Chi adotta la tesi liberale ragiona secondo la mentalità moderna, influenzata dalla filosofia positivistica, e riduce il male alla cattiveria dell’individuo. Per poter afferrare il messaggio biblico, dovremmo, però, evitare di lasciarci condizionare sia dalla mentalità medioevale dei Padri della chiesa e sia dalla nostra mentalità moderna, in modo da non far dire alla Bibbia quello che volevano i Padri della Chiesa o quello che vorremmo noi oggi.
Gli autori biblici e lo stesso Gesù non erano interessati a indagare filosoficamente sull’origine del Male, ma per essi il Maligno era una presenza reale che si oppone a Dio e all’umanità e che, come tale, va combattuta. Di fronte a un uomo posseduto da uno spirito immondo, Gesù non si fermava con i suoi discepoli a speculare sull’origine del Male o su come il demone si fosse impossessato di quell’uomo, ma interveniva con la sua potenza per liberare l’uomo dal male da cui era posseduto. Egli, inoltre, non adottava alcun tipo di rituale esorcistico, ma liberava le persone con la sola potenza della sua parola (Mc 1,27).
Gesù non è venuto su questa terra a fare il filosofo, ma è venuto a portare guarigione, liberazione e salvezza. E la Bibbia non è un trattato filosofico, ma è la testimonianza storica dell’azione di Dio che viene a liberarci da ogni male. Gli autori neotestamentari non elaborano un pensiero teoretico sull’origine metafisica del Male, ma annunciano la buona notizia che Dio è venuto a sconfiggere il potere del Male per mezzo di Gesù Cristo, il quale ha inaugurato il regno di Dio scacciando i demòni con il dito di Dio (Lc 11,20).
 
In estrema sintesi dal messaggio biblico si evince che il Male ci assale da tre direzioni. C’è il male che nasce da dentro di noi, a causa del nostro egoismo umano, che alimenta nei nostri cuori pensieri malvagi, invidie, gelosie, ira e rancori. C’è il male che incontriamo intorno a noi, nella società in cui viviamo, basata sulla corruzione e sull’ingiustizia che genera povertà, distruzione dell’ambiente e malattie. E infine c’è un male a noi oscuro che sfugge a qualsiasi razionalizzazione e che, secondo l’immaginario della cultura antica, sale dalle tenebre di sotto in contrapposizione a Dio che invece scende dai cieli. Non si tratta di un essere personale come Dio, ma di una potenza senza volto che s'intromette nelle relazioni per dividere l'essere umano da se stesso, dagli altri e da Dio. Questa forza irrazionale e caotica si contrappone all’ordine voluto dal Creatore. Satana è, infatti, un ingannatore che camuffa il male in bene e il bene in male. Satana è un seduttore irresistibile che provoca deliri di onnipotenza. Satana è una realtà negativa che spinge gli individui a ribellarsi a Dio. Ricordiamo, per esempio, quando Gesù rimproverò Pietro, che non accettava l’annuncio della sua passione, dicendogli: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini» (Mc 8,33) oppure, quando, nel Vangelo di Giovanni, Gesù, riferendosi a Giuda, disse ai suoi discepoli: “uno di voi è un diavolo!” (Gv 6,70). In entrambi i casi, però, sia Pietro sia Giuda erano responsabili dei loro pensieri e delle loro azioni e non avrebbero potuto giustificarsi scaricando le loro colpe sul diavolo. Chiunque esso sia e comunque ce lo rappresentiamo, il potere oscuro di satana può tentarci solo se noi glielo permettiamo.
 
È anche vero che ci sono casi patologici in cui la realtà del Maligno può arrivare a sedimentarsi nei cuori fino a penetrare nell'inconscio degli individui e a dominarli al punto tale che queste persone non sono più padrone di se stesse ma vivono sulla soglia della pazzia. Questi casi vengono descritti nei vangeli come possessioni demoniache e oggigiorno vengono fatti rientrare nell'ambito della psichiatria. La cura di queste patologie non si esaurisce, però, nel solo campo psichiatrico che spesso si limita a curare i sintomi, ma ha una radice spirituale legata a un malessere esistenziale che ha dilaniato interiormente l'identità e la coscienza del soggetto interessato. In casi del genere, come credenti in Cristo, siamo chiamati ad accostare alle cure psichiatriche una vera e propria cura spirituale della persona fatta di preghiera, ascolto empatico, vicinanza fraterna, sostegno amorevole e annuncio della Parola del vangelo in quanto lieto messaggio di liberazione da ogni male. Questo è un campo d'azione delicato che richiede grande fede da parte nostra, maturità spirituale, preparazione adeguata e l'esercizio di una vocazione specifica.
 
Per concludere, la nostra azione cristiana può essere considerata un combattimento spirituale contro il Male: "il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità" (Ef 6,12). Pertanto, come cristiani, siamo chiamati non tanto a fare discorsi oziosi da accademie filosofiche sull’ontogenesi del male o sul sesso degli angeli. Gesù si è sempre svincolato da simili discorsi e si è invece impegnato a combattere la realtà del Male sin dall’inizio del suo ministero, vincendo ogni tentazione e superando ogni prova con la potenza dello Spirito Santo. Vogliamo dunque affidarci al Signore Gesù che ha il potere di sconfiggere satana e, con la sua guida e la forza che discende dal suo Spirito, possiamo star sicuri che riusciremo a vincere contro ogni Male: il male dell’egoismo che è dentro di noi; il male dell’ingiustizia che è attorno a noi e il male occulto delle tenebre che si nascondono sotto di noi. E, soprattutto, vogliamo farci portatori del lieto messaggio della resurrezione che ci annuncia che, nel Cristo crocifisso e risorto, Dio ha già sconfitto per noi ogni male, liberando le nostre vite da ogni paura e donandoci la possibilità di rinascere come creature nuove in Cristo non più sottoposte al potere del Male perché "noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati" (Rm 8,37).

Ruggiero Lattanzio
 
 
 
 
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