Mottola - Monologo teatrale sulla violenza sulle donne - Aceb_PugliaBasilicata

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MOTTOLA - Monologo teatrale sulla violenza sulle donne
Virginia Mariani

MOTTOLA (TARANTO), 21 dicembre 2017 - Con un tuffo negli anni 80, anni di musica disco, capelli cotonati e spalline,  domenica 26 novembre su proposta del presidio locale di Libera nella chiesa battista di Mottola è iniziato il monologo, scritto dal regista Giovanni Gentile, della giovane attrice Barbara Grilli dal titolo “Palmina, Amara terra mia”. Palmina Martinelli trentasei anni fa fu trovata da suo cugino nel bagno della sua casa a Fasano, in provincia di Brindisi, che bruciava viva: dopo tre gradi di processo, i due indagati furono accusati per giro di prostituzione ma furono assolti dall’imputazione di omicidio. Palmina si era suicidata e aveva calunniato i due uomini. Eppure Palmina, allora quindicenne, al pm Nicola Magrone, che la difendeva, nel letto d’ospedale nel quale momentaneamente era stata fatta uscire dal coma farmacologico, indotto perché non soffrisse, con il settanta per cento del corpo ustionato e in fin di vita, ma sempre lucidissima, aveva fatto quei nomi. Lei non voleva “fare la vita”. Lei era forte: continuava a dire di no.
Inutile dire, credo, che lo spettacolo è stato coinvolgente e sconvolgente allo stesso tempo e che ancora e di più ha comunicato l’urgenza di non ricordarsi della necessità di eliminare la violenza sulle donne soltanto il 25 novembre ma ogni giorno ogni attimo della quotidianità, a partire dal linguaggio che usiamo alle azioni che compiamo. Anche per questo la comunità ha donato ai presenti copie del “Diario di Preghiera della FDEI – 16 giorni per vincere la violenza” che viene pubblicato dal 2006. E una copia è stata donata anche all’ex pm Magrone, ora sindaco di Modugno,  presente a sorpresa a fine monologo e accompagnato mentre raggiungeva il palco centrale da un lungo applauso di commozione e riconoscenza per tutto ciò che ha fatto in questi trentasei anni per la nostra Palmina: non ha mai smesso di proclamare la sua innocenza e di lottare per la sua riabilitazione anche intitolandole una piazza.
Gli anni 80, sebbene con un vistoso ritardo, hanno segnato per l’Italia anche un passo in avanti verso la civiltà con l’abolizione del delitto d’onore: attendiamo nella preghiera ma ancora di più nell’azione concreta che la violenza di genere, ma anche tutte le violenze su chi è ritenuto inferiore debole o sbagliata come persona, sia eliminata e nel frattempo sia punita con una giustizia giusta e veramente uguale per tutte e tutti.

 
 
 
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