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La confessione di fede dei battisti italiani
a cura di Ruggiero Lattanzio
Preambolo
Le chiese, che in Italia sono sorte dalla proclamazione di predicatori battisti all’indomani del conseguimento dell’unità politica italiana e quelle che nel tempo hanno stretto legami di fraternità con esse, ora si riconoscono nella comunione dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.
Esse si collocano storicamente nella tradizione che risale alla chiesa degli apostoli e che nel tempo ha tenuto a riaffermare la fede primitiva così come espressa nella Scrittura, nei termini del rinnovamento dello Spirito (Medioevo), della Riforma (secoli XVI e XVII) e dell’impegno missionario (secoli XVIII e XIX).
Oggi dichiarano di volersi impegnare nel discepolato di Cristo, nella chiarezza della loro identità di fede e nella ricerca di una consapevole etica di testimonianza, e quindi affermano di voler esprimere questo vincolo, oltre che nella pratica collaborazione, con la seguente confessione di fede.
CHE COSA E' UNA CONFESSIONE DI FEDE?
È una formulazione, in forma sintetica, dei contenuti essenziali della dottrina di una chiesa.
Le più antiche confessioni di fede si trovano nella Scrittura:
Antico Testamento
(Deut 6,5-9; Gios 24,1-13: Salmo 136);
Nuovo Testamento:
"Gesù è il Signore" (I Cor 12,3). "Gesù è il Cristo" (I Giov 2,22). "Cristo è morto per noi" (Rom 5:8). "Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; fu seppellito; è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture" (I Cor 15,3-4). "Uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (I Tim 2:5).
La chiesa antica ha poi strutturato confessioni di fede sempre più elaborate man mano che si trovava a dover difendere la dottrina ortodossa da quelle considerate poi eretiche, fino a giungere alla formulazione del credo niceno-costantinopolitano (381 d.C.).
Nei sec XVI e XVII le diverse chiese evangeliche sorte dal movimento della Riforma si diedero diverse confessioni di fede (Confessione Augustana, Confessione Elvetica, Confessione Battista del 1689…).
I battisti italiani che aderiscono all’UCEBI si sono dati la presente confessione di fede nel 1990. Essa è il risultato non di una imposizione che parte dall’alto ma di un consenso generale sulle tematiche fonda-mentali della fede che è partito dal basso, ossia dalle comunità locali che si sono reciprocamente riconosciute in una comune de radicata nelle Scritture, espressa con linguaggio Riformato e vissuta secondo una specifica sensibilità che i battisti italiani hanno maturato nel tempo.
Lo spirito nel quale è sorta questa confessione di fede è quello di essere non esclusiva, bensì aperta e il più possibile inclusiva. Per questo motivo essa tratta soltanto le tematiche per noi fondamentali della fede evangelica e tralascia invece quelle marginali (es. predestinazione, inferno, diavolo…) lasciando su queste ultime libertà di coscienza e di ricerca teologica agli individui e alle singole chiese.
Questa confessione di fede ha per noi una duplice utilità:
1. interna: perché possiamo riconoscerci fra di noi come chiese aventi una specifica identità teologica e una vocazione comune.
2. esterna: perché possiamo in questo modo essere riconosciuti dalle altre chiese e dalla nazione non in maniera frammentaria e dispersiva ma con una configurazione teologica ben precisa. La Confessione vuole essere la "carta d’identità teologica" della fede condivisa dalle nostre chiese.
Il fine di questo studio sarà quello di analizzare la confessione di fede dei battisti italiani alla luce delle Scritture, perché per noi non la confessione ma la Bibbia soltanto rimane l’unico documento normativo della nostra fede.