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PROGETTI DI RISPARMIO ENERGETICO
Consumo di meno
In tempi di crisi, risparmio e tutela dell’ambiente vanno d’accordo: lo ricordano progetti come 30per cento, la campagna lanciata dall’Eni per proporre consigli e regole da applicare nel quotidiano per consumare meno e risparmiare (www.30percento.it). E iniziative come quella di Altroconsumo, che ha lanciato la campagna «Controcorrente» per promuovere il risparmio energetico attraverso la scelta e l’uso appropriato degli elettrodomestici.Il nemico da battere? Soprattutto la pigrizia, la sensazione che quello che possiamo fare noi in casa cambia poco. Per una lampadina in più – un rubinetto aperto, o un apparecchio lasciato in stand by -che differenza vuoi che faccia? Sono in tanti a ragionare così: «E invece la differenza c’è, eccome», spiega l’architetto Gaetano Fasano dell’Enea. «In Italia ci sono circa 18 milioni di appartamenti occupati. Se facciamo le somme ci rendiamo conto che anche un risparmio minimo va a incidere con forza sui consumi e sull’economia. Dobbiamo renderci conto che siamo un tassello di un ingranaggio più complesso». La situazione lo impone: i consumi indiscriminati hanno un costo non più sostenibile, per le nostre tasche ma soprattutto per il pianeta. «Non si tratta però di fare sacrifici, ma di ragionare su abitudini da correggere per averne un vantaggio sia in termini economici che sociali». È la stessa filosofia di 30per cento, una relativa novità per l’Italia, mentre all’estero iniziative di questo genere si moltiplicano da anni. «Negli Stati Uniti, dal 2002 sono in corso campagne per coinvolgere le persone nella gestione degli edifici, in modo da renderle partecipi dei programmi per il risparmio energetico», spiega Fasano. E c’è chi si è spinto oltre, come la Municipalità di Sacramento che ha inserito nella bolletta dell’energia elettrica una sorta di pagella collettiva del consumo responsabile visibile anche dai vicini di casa, per invogliare i cittadini ad adottare comportamenti virtuosi premiati con uno Smiley, una faccetta sorridente.
Spegni le «lucine»
La cosa più semplice ovviamente è progettare ex novo una casa «risparmiosa», con un corretto isolamento e fonti alternative di produzione di energia. E anche chi deve comprare elettrodomestici nuovi parte in vantaggio perché consumano meno, anche se le nostre case sono piene di dispositivi elettronici come mai prima d’ora. E alcune mode, come quelle di produrre televisori sempre più grandi, inducono a un aumento dei consumi: lo ricorda Legambiente nella sua guida on line al risparmio energetico «Vivi con stile» ( www.viviconstile.org ).
Ma si può risparmiare anche senza investire in ristrutturazioni e tecnologie, semplicemente abbandonando qualche brutta abitudine. Cominciamo allora a ridurre i consumi di energia elettrica spegnendo completamente gli apparecchi – tv, dvd, decoder – che abbiamo l’abitudine di lasciare in stand by utilizzando il telecomando anziché l’interruttore: in questo modo infatti il consumo si riduce ma non si azzera, tanto che secondo i calcoli dell’Eni, evitando lo stand by si può arrivare a risparmiare l’8 per cento del consumo annuo di energia elettrica. Possiamo farlo, per esempio, collegando i diversi apparecchi a una ciabatta dotata di interruttore in modo da poterli spegnere tutti contemporaneamente.
Per l’illuminazione domestica, la prima cosa da fare è evitare gli sprechi. «Per fortuna la gente comincia a sentire l’esigenza di spegnere la luce quando esce da una stanza», nota Fasano. Ma è importante anche pulire regolarmente abatjour e lampadari: polvere, fumo e vapori grassi della cucina possono ridurre la quantità di luce emessa fino al 20 per cento.
Il futuro però è delle lampadine fluorescenti a basso consumo – Cfl – che hanno un’efficienza più elevata perché non trasformano l’energia elettrica in calore come le normali lampadine a incandescenza. Costano di più ma la riduzione di consumo – fino all’80 per cento in meno – consente di ammortizzare facilmente il maggior costo di acquisto. In ogni caso bisognerà cominciare ad abituarsi visto che tra poco diventeranno obbligatorie: in Italia il divieto di vendita per le lampadine convenzionali dovrebbe scattare nel 2011. Attenzione però: «Con queste lampadine si ottiene un vantaggio reale, ma solo per i punti luce che devono rimanere accesi per lungo tempo», spiega Fasano, «Inoltre bisogna imparare ad avere un attimo di pazienza dopo l’accensione, perché non sviluppano subito il massimo della loro potenza luminosa»: I modelli più nuovi sono comunque più efficienti e garantiscono una resa migliore e anche uno spettro luminoso più adeguato, mentre i più vecchi possono produrre una luce leggermente «fredda. Per quanto riguarda i presunti rischi per la salute di cui si sente parlare di tanto in tanto, non esiste nessuna conferma scientifica», prosegue Fasano, «è vero invece che queste lampadine, contenendo una piccola quantità di mercurio, devono essere trattate come rifiuti speciali: la cosa migliore da fare è rivolgersi al rivenditore presso il quale sono state acquistate».
Sotto il segno della A
Sul fronte degli elettrodomestici, il risparmio comincia da una scelta accurata. «Questi apparecchi sono divisi in classi a seconda del consumo energetico, e si tratta comunque di un’indicazione utile, anche se bisogna tenere conto che si riferisce all’utilizzo in condizioni ottimali», spiegano gli esperti di Altroconsumo. «I migliori dal punto di vista del risparmio energetico sono i prodotti di Classe A, o di classe A+ o A++ per i soli frigoriferi». Basti pensare che un frigorifero di classe A+ consuma circa la metà rispetto ai modelli, ancora molto diffusi, di classe C.
Qualunque sia il modello disponibile si può comunque risparmiare con qualche accorgimento.
Il frigorifero per esempio deve essere posizionato in maniera corretta, leggermente separato dal muro e lontano da fonti di calore come fornelli o radiatori. Bisogna anche fare attenzione a riempirlo correttamente, evitando di inserire cibi caldi, e regolando la temperatura senza eccessi. «E soprattutto aprirlo il meno possibile, senza lasciare la porta aperta quando mettiamo dentro la spesa, con una dispersione di energia notevole», spiega Fasano.
Per le lavatrici e lavastoviglie il modo migliore per risparmiare energia – e in qualche caso anche acqua – è curare al massimo la manutenzione, utilizzare gli apparecchi a pieno carico ed evitare i lavaggi a temperature troppo elevate. «Sul consumo dell’acqua a volte circolano anche messaggi scorretti, magari veicolati dalla pubblicità: a sostenere che si consumi di più lavando i patti a mano sono soprattutto i produttori di lavastoviglie», nota Fasano. Una lavatura manuale corretta – evitando di far scorrere l’acqua per tutta la durata del lavaggio – non è particolarmente dispendiosa. «Finora in Italia non si è prestato molta attenzione a questo bene, anche se con la privatizzazione delle aziende e gli aumenti dei prezzi è probabile che in futuro l’attenzione cresca. In altri paesi come la Germania sono diffusi doppi attacchi che consentono di usare per questi apparecchi acqua riscaldata con pannelli solari e perfino acqua di servizio riciclata che consente un ulteriore risparmio».
Acqua preziosa
Nell’uso quotidiano, per risparmiare acqua basterebbe evitare di farla scorrere quando non serve, anche con l’uso di appositi dispositivi come i riduttori di flusso dell’acqua sui rubinetti dei lavandini e della doccia, che permettono di ridurre dal 30 al 50 per cento il consumo dell’acqua e dell’energia necessaria a scaldarla. Mentre per il wc si può scegliere una cassetta di scarico a flusso differenziato che permette di scaricare solo la quantità di acqua necessaria al momento. Oppure modificare artigianalmente la capacità della cassetta mettendoci dentro una bottiglia di plastica piena di acqua.
Per riscaldare l’acqua, il metodo più efficiente dal punto di vista energetico è la caldaia a gas, molto più economica dei tradizionali boiler elettrici che sono l’elettrodomestico che consuma di più. Particolarmente se si utilizzano apparecchi ad alta efficienza, come le caldaie a condensazione che hanno un elevato rendimento grazie al recupero del calore dei fumi di scarico che nelle caldaie tradizionali viene disperso in atmosfera.
Troppo caldo o troppo freddo
Mentre nell’ambito del riscaldamento degli ambienti, oltre all’efficienza degli apparecchi lo strumento più efficace è il buonsenso: «Nessuno dice di rinunciare ai confort, ma il riscaldamento o il condizionamento troppo alti oltre ad essere uno spreco generano malessere», ricorda Fasano. «Non ha senso tenere i caloriferi al massimo per poi aprire la finestra o stare in maglietta, così come refrigerare gli uffici d’estate costringendo chi ci lavora a tenere il maglione addosso». Senza contare che diversi studi indicano proprio nell’eccessivo riscaldamento delle nostre case una delle cause di obesità. Meglio allora regolare i caloriferi tenendo eventualmente un golf a portata di mano, e d’estate non eccedere con i condizionatori, mantenendo la temperatura 5 gradi al di sotto della temperatura esterna per evitare pericolosi sbalzi termici e limitando le ore di accensione del condizionatore.
In pratica
Virtuosi al volante
Risparmiare anche quando si guida? Perché no? È possibile, non solo, come è ovvio, acquistando un’auto risparmiosa. Prima di tutto è utile evitare scatti ed eccessi di velocità. Secondo le regole di risparmio dell’iniziativa di Eni 30percento, mantenere una velocità di 110 kmh in autostrada anziché 130 può far risparmiare fino al 30 per cento del carburante e la perdita di tempo – ammesso che si abbia fretta – è davvero contenuta, circa 8 minuti su un tragitto di 100 chilometri. In città invece la cosa più importante è mantenere un’andatura «morbida» e regolare evitando per quanto possibile brusche accelerazioni – in questo modo è possibile risparmiare il 10 per cento circa dei consumi – e utilizzando le marce più alte consentite dalla velocità. Bisogna poi evitare di consumare benzina quando non necessario. I motori moderni consumano circa 0,5 litri di carburante l’ora anche quando sono fermi, meglio quindi non far scaldare il motore a veicolo fermo premendo sull’acceleratore, e spegnere il motore in caso di soste superiori ai due minuti, un accorgimento che gli italiani – secondo un’indagine inglese – sarebbero particolarmente restii ad adottare. Oltre a far risparmiare benzina poi – ricordano anche gli esperti di Legambiente – questi accorgimenti contribuiscono a ridurre l’inquinamento acustico e quello atmosferico.
Qualche vantaggio in più si può ottenere viaggiando in condizioni ottimali: scegliere lubrificanti e pneumatici fuel saver, appositamente realizzati per contenere il consumo di benzina – con un risparmio complessivo di circa 130 euro l’anno – e accertarsi che la pressione degli pneumatici sia quella giusta. È importante inoltre non sovraccaricare l’auto con pesi inutili, come le catene da neve durante i periodi estivi, ed evitare elementi che possano alterare l’aerodinamica del veicolo quando non strettamente necessari: portapacchi e portasci incrementano il consumo del 5-8 per cento, contenitori aerodinamici di bagagli del 16 per cento, pacchi ingombranti scoperti anche del 40 per cento. E naturalmente non eccedere nell’uso dell’aria condizionata che, oltre a far male, può portare a consumi anche del 20 per cento più elevati (info: www.ecodrive.org).
Le modifiche negli incentivi e il solare?
Riscaldare e illuminare con il sole: lo fanno in paesi meno soleggiati del nostro come la Germania che è al primo posto in Europa per la produzione di energia solare, perché non da noi? Bisogna tenere conto che quando si parla di solare le tecnologie più diffuse sono due, il cosiddetto fotovoltaico che converte direttamente l’energia solare in elettricità e i pannelli solari termici che recuperano e utilizzano il calore del sole. Anche le agevolazioni previste sono diverse, visto che i pannelli fotovoltaici possono ottenerne tramite il Conto Energia mente al solare termico si fa riferimento specificamente nella finanziaria. Gli incentivi però hanno subito una battuta d’arresto con la recente approvazione della finanziaria . «In realtà dopo l’annunciato azzeramento degli incentivi le cose sono rimaste più o meno come erano, almeno per quanto ne sappiamo visto che la circolare applicativa non è ancora stata pubblicata», spiega Gaetano Fasano dell’Enea. «Unica importante differenza è ora che i vantaggi fiscali sono “spalmati” su cinque anni, il che riduce il vantaggio fiscale». Senza contare che anche molti enti locali offrono incentivi extra o procedure semplificate per chi adotta questo tipo di impianti (info: wwww.ecorete.it). Pur non essendo accessibili a tutti – «difficilmente chi vive in un centro storico o in un appartamento potrà utilizzare questa forma di energia», osserva Fasano, il solare rappresenta in prospettiva un’opportunità ancora da sfruttare. Altre informazioni sono reperibili sul sito di Enel: www.enel.it/enelsi, dove è possibile anche simulare la costruzione di un impianto per valutare esigenze e tempi di ammortamento, o sul sito dell’Enea ( www.enea.it) che propone diversi materiali informativi.