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Lo Stato italiano omette sulla dichiarazione dei redditi 2013 il riquadro per la destinazione dell’otto per mille all’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia
L’art. 8 della nostra Costituzione stabilisce che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Ma così non è per l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (UCEBI)!
A seguito della modifica dell’Intesa fra lo Stato Italiano e l’UCEBI, con legge del 12 marzo 2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2012, l’Unione Battista è entrata a far parte dei soggetti che concorrono alla ripartizione della quota pari all’8 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero.
Tale modifica, naturalmente, comportava che sui CUD, sui modelli 730 e UNICO del 2013 comparisse nella scheda per la scelta della destinazione dell’otto per mille anche il riquadro dedicato alla “Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia”. Ma così non è stato!
Nel mese di gennaio l’Agenzia delle Entrate approvava la scheda per la destinazione dell’otto per mille, omettendo la casella dell’Unione Battista. Lo Stato si è distratto? L’efficiente Agenzia delle Entrate si è dimenticata della nostra Costituzione?
Sembra proprio di sì! Infatti è soltanto grazie ad un controllo casuale sul sito dell’Agenzie delle Entrate da parte di un dipendente dell’UCEBI, che si è scoperta l’assenza del riquadro dedicato alla “Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia”. Mentre partiva la campagna pubblicitaria dell’UCEBI, per la quale si impegnavano risorse economiche e umane non indifferenti per una piccola realtà religiosa, i modelli in vendita nelle edicole e quelli distribuiti dalle aziende pubbliche e private erano privi del riquadro destinato all’Unione Battista.
Segnalata questa ingiustificabile dimenticanza al Ministero dell’Economia, il 12 febbraio l’Agenzia delle Entrate emetteva un provvedimento di integrazione della scheda per la scelta della destinazione dell’otto per mille, inserendo finalmente il riquadro dedicato all’Unione Battista. Tale provvedimento, però, non sortiva l’effetto atteso. Giungevano infatti all’Unione Battista centinaia di segnalazioni di cittadini che desideravano destinare l’otto per mille all’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, ma che non trovavano il riquadro ad essa destinato.
A seguito delle proteste dell’UCEBI, l’Agenzia delle Entrate scriveva una lettera il 7 marzo al Consiglio Nazionale dei Commercialisti, al Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e alla Consulta Nazionale dei CAF in cui rammentava la modifica che la stessa Agenzia aveva apportato il 12 febbraio.
Anche questa lettera non aveva un effetto sostanziale poiché molti commercialisti, consulenti del lavoro e CAF non venivano informati della modifica apportata. Inoltre, come testimoniato da numerosi contribuenti, continuavano a circolare i vecchi modelli e i moduli scaricabili da molti siti dell’Amministrazione pubblica non riportavano il riquadro dell’Unione Battista.
Una piccola realtà religiosa come l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, che parte già svantaggiata nella campagna pubblicitaria dell’8 per mille perché non dispone delle enormi risorse economiche della Chiesa Cattolica, si vede oltremodo svantaggiata dalla superficialità con la quale lo Stato ha gestito un diritto sancito dalla nostra Costituzione
Raffaele Volpe