LA PAROLA EFFICACE CHE NON TORNA A VUOTO...
Quando Mosè ebbe finito di pronunciare tutte queste parole davanti a tutto Israele, disse loro: «Prendete a cuore tutte le parole che oggi pronuncio solennemente davanti a voi. Le prescriverete ai vostri figli, af-finché abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. Poiché questa non è una parola senza valore per voi: anzi, è la vostra vita; per questa parola prolunghe-rete i vostri giorni nel paese del quale andate a prendere pos-sesso, passando il Giordano».
(DEUTERONOMIO 32,45-47).
Siamo verso la fine del libro del Deuteronomio, il libro delle istruzioni che Mosè rivolge al popolo eletto. E, dopo un lungo insegnamento attorno ai co-mandamenti e ai precetti che Israele è chiamato a osservare, Mosè conclude esortando il po-polo a prendere a cuore tutte le sue parole. Le parole pronun-ciate da Mosè sono, infatti, ispirate dal Signore. L'insegna-mento mosaico è la Parola di Dio rivolta ai figli d'Israele.
Mosè è ormai alla fine della sua missione e, prima di lascia-re entrare il popolo nella terra promessa, egli raccomanda a tutti di avere a cuore la Parola che è stata loro annunciata. Israele è chiamato a osservare la Parola del Signore e a tra-smetterla alle generazioni futu-re, affinché anch'esse osservino la Parola che il Signore ha dato al popolo eletto tramite il suo servo Mosè.
Oggi la stessa esortazione è rivolta a noi: stiamo prendendo a cuore la Parola del nostro Signore o ci limitiamo ad ascol-tarla soltanto di domenica..? Questa Parola arriva a condizio-nare le nostre giornate infra-settimanali o è una Parola che lasciamo in chiesa e che non riusciamo a portarci con noi a casa, al lavoro, in vacanza e dappertutto..?
I figli d'Israele, prima di attra-versare il Giordano ed entrare nella terra promessa, furono esortati a serbare nei loro cuori la Parola del Signore pronun-ciata dalla bocca di Mosè. Infatti, questa Parola era desti-nata a divenire la bussola che doveva guidare il popolo eletto nella vita che avrebbe condotto nella terra promessa. E, così, anche noi, dopo esserci riuniti in chiesa per ascoltare la Parola del Signore, siamo chiamati a prendere a cuore questa Parola, affinché essa guidi i nostri passi nel mondo nel quale viviamo.
Mosè proseguì dicendo al suo popolo: "questa non è una parola senza valore per voi". La Parola di Dio non è una parola senza valore e, cioè, non è una delle tante parole dette a vuoto. Chissà quante parole a vuoto diciamo o ascoltiamo ogni gior-no..!
In questa nostra era tecnolo-gica, con il moltiplicarsi degli strumenti di comunicazione, sia-mo invasi da parole che rag-giungono le nostre orecchie da ogni direzione. Spesso si tratta di parole vuote, che dimenti-chiamo subito dopo aver ascol-tato. Oltre alle parole dette a vuoto, ci sono poi le parole fuori luogo o quelle dette a spropo-sito che feriscono e che rovi-nano le relazioni. Chissà quante parole ogni giorno sarebbe meglio non pronunciare o non prendere in considerazione per non lasciarsi ferire da esse.
Così sono le nostre parole umane: sono parole fallibili, det-te spesso a vuoto o a sproposi-to. E, quando le parole vengono pronunciate a vuoto o a spropo-sito, esse perdono valore. Non è così per la Parola del Signore: "Questa non è una parola senza valore", ma è una Parola che ha il potere di trasformare i nostri cuori, di rinnovare le relazioni e di aiutarci a crescere come figli e figlie di Dio.
L'ubbidienza alla Parola di Dio consentì ai figli d'Israele, entrati nella terra promessa, di edifica-re una nazione benedetta dal Signore. La disubbidienza alla Parola di Dio condusse, invece, Israele alla catastrofe con le invasioni assira e babilonese e con la distruzione di Gerusalem-me e del tempio. L'ubbidienza alla Parola di Dio rinvigorisce la vita; la disubbidienza a questa Parola conduce alla morte.
Questa è la duplice esperienza vissuta dal popolo eletto e pre-annunciata da Mosè, dicendo ai figli d'Israele: "questa non è una parola senza valore per voi: anzi, è la vostra vita". La Parola di Dio è la fonte della nostra vita perché, dal momento in cui ci affidiamo a questa Parola anzi-ché alle parole vuote di questo mondo, noi possiamo gettare le fondamenta di una vita solida e autentica.
Nel Vangelo di Matteo anche Gesù, come Mosè, dopo aver ammaestrato i suoi discepoli, alla fine del suo lungo discorso della montagna, li esortò a prendere a cuore le sue parole, dicendo: "Perciò chiunque ascol-ta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia" (Mt 7,24). La Parola del Signore è l'unica roccia sulla quale possia-mo edificare una vita stabile che non vacilla di fronte alle innu-merevoli intemperie che si abbattono contro di noi. Chi pretende di edificare la propria vita sulle parole vuote di questo mondo, costruisce sulle sabbie mobili.
L'unica parola efficace, in gra-do di produrre dei veri benefici in chi la accoglie, è la Parola del nostro Signore. L'efficacia della Parola di Dio è descritta in mol-teplici forme dall'inizio alla fine della Bibbia. Possiamo sintetiz-zare tale efficacia in tre aspetti fondamentali:
a) La Parola di Dio è una PAROLA CREATRICE che dona la vita. Dio, infatti, crea il mondo tramite la sua Parola: Egli pronuncia ciò che vuole cre-are e le cose vengono all' essere.
b) La Parola di Dio è una PAROLA RISTORATRICE che alimenta la vita. Dio, infatti, cura, risana, incoraggia, consola e fortifica tramite la sua Parola.
c) La Parola di Dio è una PAROLA TRASFORMATRICE che rinnova la vita. Dio, infatti, ha il potere di trasformare i cuori e di cambiare le menti di coloro che si lasciano plasmare dal-la sua Parola come l'argilla nelle mani del vasaio.
La Parola di Dio non rimane, dunque, una parola pronunciata a vuoto, ma è una Parola che produce degli effetti concreti sulla vita dei popoli e degli indi-vidui. Nel libro del profeta Isaia, il Signore dice: "Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver an-naffiato la terra e fatta germo-gliare, ... così è della mia paro-la, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata" (Is 55,10-11).
La Parola di Dio non torna mai a Lui a vuoto perché non è una parola senza valore, pronuncia-ta a vuoto, ma è una parola efficace, viva, dinamica, concre-ta, potente. Tramite la sua Pa-rola, Dio crea il mondo, governa la storia, libera gli oppressi, soccorre i bisognosi, protegge gli indifesi e incoraggia gli afflit-ti; tramite la sua Parola, Dio ab-bassa i potenti, innalza gli umili, condanna il peccato, perdona i peccatori, cambia le menti e trasforma i cuori.
Eppure, quante volte sembra che questa Parola non produca gli effetti sperati, ma sono le parole crudeli di questo mondo a trionfare..! Non è forse questa l'esperienza che spesso ci ritro-viamo a vivere in una società sempre più ingiusta e corrotta? Le parole umane di distruzione e di morte sembrano avere la meglio sulla Parola di vita che discende dal Signore.
Ma ecco, fratelli e sorelle, che Dio non ci ha lasciati senza una risposta valida di fronte alle nostre perplessità umane, ma ha preso l'iniziativa di venire a parlarci entrando nel cuore della nostra umanità. La Parola di Dio si è fatta carne e ha preso for-ma umana nella persona di Gesù Cristo. Dio in Cristo è ve-nuto a parlarci personalmente, immedesimandosi nella nostra condizione umana e facendo proprie le nostre domande e le nostre perplessità umane.
Come tutti noi siamo soggetti alle ingiustizie di questo mondo, così anche Gesù ha dovuto subi-re il male derivante dall'egoismo umano. Egli, infatti, è stato con-dannato da una parola umana ingiusta e crudele: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Così gridò ripetu-tamente a Pilato la folla aizzata dai sacerdoti.
E Pilato lasciò che venisse commessa questa crudeltà (lavandosene le mani ma spor-candosi la coscienza). Il Figlio di Dio, crocifisso, ha sperimentato sulla propria carne il dolore che, come esseri umani, proviamo di fronte alle ingiustizie di questo mondo. Dal momento in cui la parola di morte pronunciata da questa umanità sembra aver prevalso sulla parola di vita annunciata da Gesù, egli stesso ha provato la tremenda sensa-zione che Dio tace proprio quan-do avremmo più bisogno che si faccia sentire. Dio rimane in silenzio anziché intervenire con la sua Parola potente per mette-re a tacere le parole distruttive di questo mondo. L'esperienza angosciante del silenzio di Dio viene espressa dal crocifisso morente nel suo ultimo grido disperato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Tramite questo grido dispera-to, Dio in Cristo fa propria tutta l'angoscia che proviamo di fron-te al trionfo delle parole crudeli di questo mondo. Il grido del crocifisso non è, però, l'ultima parola. Dio, infatti, non abban-dona suo Figlio nel buio della morte, ma lo innalza alla luce della sua gloria. L'ultima Parola è l'annuncio gioioso della resur-rezione: «Il Signore è veramen-te risorto». La nostra angoscia umana trova risposta in questa Parola ricca di speranza. Il me-raviglioso annuncio della resur-rezione è l'unica Parola vera-mente efficace che trionfa sulle parole umane di distruzione e di morte. Come per gli ebrei l'espe-rienza della liberazione dalla schiavitù rendeva efficace la Parola del Signore, così per noi cristiani l'annuncio della resur-rezione rende efficace la Parola di Dio incarnatasi in Cristo.
La Parola efficace di Dio che non torna a vuoto è Gesù Cri-sto, morto a causa dei nostri peccati e risorto per la nostra liberazione eterna da ogni male.
E allora, fratelli e sorelle, vo-gliamo prendere a cuore questa Parola di salvezza, affinché pos-siamo edificare le nostre vite su di essa, poiché questa non è una parola senza valore per noi: anzi, è la nostra vita!
Smettiamo di costruire i nostri pensieri, le nostre idee o le no-stre convinzioni sulle nostre pa-role umane, spesso vuote e piene di contraddizioni, e voglia-mo edificare insieme le nostre vite personali, la nostra vita comunitaria e ogni altra nostra relazione, su quell'unica Parola stabile ed efficace che è Cristo.
Egli è l'unica Parola di vita che può vincere il male che è dentro di noi e attorno a noi. Rimania-mo radicati in questa Parola: accogliamola in noi, viviamola fra di noi e comunichiamola agli altri. E allora i nostri giorni non saranno più svuotati dalle paro-le caotiche di questo mondo, ma saranno riempiti dalla presenza del nostro Signore.
Ruggiero Lattanzio