TILC - 1^ GIOVANNI cap.1 - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  17 novembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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N.T.



(Testo TILC)


Prima lettera di Giovanni, Cap.: 2 3 4 5



PRIMA LETTERA DI GIOVANNI

Queste tre lettere si possono considerare insieme perché sono notevolmente simili, sia per pensiero che per lingua; esse sembrano provenire da un medesimo ambiente e forse anche dalla stessa persona; infatti l’antica tradizione cristiana le attribuisce tutte a Giovanni, autore del quarto vangelo e dell’Apocalisse.
Caratteristiche principali
Sono tre lettere di cui la prima è abbastanza ampia, la seconda e la terza sono molto brevi. La prima non contiene gli elementi abituali di una lettera antica (mittente, destinatari, saluti). È inviata a una o più comunità determinate (1,4; 2,2.7.12-14.26; 5,13...), ma non cita nomi di persone precise. Forse è nata come omelia o come una serie di riflessioni. Lo stile è simile a quello del quarto vangelo, anzi a certe pagine di questo, e spesso si colloca al confine tra la prosa e la poesia: una prosa ritmica. Il pensiero è più volte ripreso e ripetuto: le istruzioni si alternano alle esortazioni. In polemica con le dottrine di maestri bugiardi, si insiste sull’impegno cristiano a rispettare i comandamenti, a non vivere nel peccato, a credere che Cristo è identico a Gesù di Nàzaret, a sviluppare e consolidare la fede nella concreta carità verso i fratelli. Chi scrive e chi legge sono considerati appartenenti alla comunità dei fedeli genuini: per questo si usa spesso il «noi».
Anche la seconda lettera sviluppa istruzioni e direttive simili, inviate a tutta una comunità. Qui lo stile è meno lirico, e lo stile proprio di una lettera è più marcato.
La terza possiede ancora più chiaramente la forma di lettera. Il destinatario è una persona: Gaio. A lui sono rivolte parole di lode per la sua fede e ospitalità. Di un altro, Diòtrefe, l’autore critica invece l’atteggiamento presuntuoso e severo. Di un altro ancora si dice bene. Vi è anche l’accenno a un’altra lettera già rivolta alla loro comunità.

Primi lettori
I destinatari dello scritto più ampio ci sono ignoti. Tuttavia siamo in grado di conoscere, a grandi linee, la loro situazione. Essi sono a contatto con «predicatori bugiardi» (4,1), con «molti anticristi» che hanno tradito la fede (2,18-19). Rischiano di subire l’influenza degli insegnamenti diffusi da tali pericolosi maestri: non riconoscere la continua realtà del peccato (1,8-10); non attribuire importanza al rispetto dei comandamenti (2,4-6); negare l’identità tra Gesù di Nàzaret e Cristo (2,22; 4,1-3); amare le cose del mondo (2,15-17; 4,5-6). Questi lettori sono rimasti credenti. Lo scritto li invita con insistenza a una fede forte, intelligente, che si manifesta nell’amore verso i fratelli e nella fiduciosa speranza in Dio.
La seconda lettera è rivolta «alla comunità amata da Dio e ai suoi figli». Non sappiamo di quale comunità si tratta. Anche qui si accenna al pericolo dell’eresia predicata da falsi maestri (vv. 7-11), che mette in pericolo la fede genuina (v. 4).
La terza lettera manifesta l’esistenza di un gruppo di credenti dove regnano tensioni circa l’autorità e il modo di ospitare i fratelli di passaggio (vv. 9-10).

Autore
Quello della prima lettera non è indicato. Per motivi di somiglianza con il quarto vangelo (vedi i temi più frequenti: luce, vita, amore, conoscere…) è tradizionale pensare a Giovanni apostolo. D’altra parte certe differenze con il vangelo sembrano suggerire l’ipotesi che la lettera sia stata scritta da qualcuno del medesimo ambiente, ma forse non dalla stessa persona.
Riflessioni simili valgono anche per la seconda e la terza lettera: l’autore si dichiara «vecchio discepolo del Signore». Molto probabilmente egli è uno dei capi ben conosciuti tra le prime comunità cristiane. La data è incerta, ma sicuramente non lontana dall’anno 100 d.C.

Schema
Prima lettera
— Introduzione: la Parola, noi, voi 1,1-4 — Camminare nella luce 1,5-2,29 — La vita dei figli di Dio 3,1-4,6 — La fede e l’amore 4,7-5,13 — Conclusione:
preghiera e peccati 5,14-21
Seconda lettera
— Saluto 1-3 — L’amore fraterno 4-6 — Il pericolo dell’eresia 7-11 — Arrivederci 12-13
Terza lettera
— Saluto 1-2 — Lodi a Gaio 3-8 — Critiche a Diòtrefe 9-11 — Lodi per Demetrio 12 — Arrivederci 13-15



Capitolo 1


Veri testimoni di Gesù
1 La Parola che dà la vita esisteva fin dal principio: noi l'abbiamo udita, l'abbiamo vista con i nostri occhi, l'abbiamo contemplata, l'abbiamo toccata con le nostre mani.
2 La vita si è manifestata e noi l'abbiamo veduta. Siamo i suoi testimoni e perciò ve ne parliamo. Vi annunziamo la vita eterna che era accanto a Dio Padre, e che il Padre ci ha fatto conoscere.
3 Perciò parliamo anche a voi di ciò che abbiamo visto e udito; così sarete uniti a noi nella comunione che abbiamo con il Padre e con Gesù Cristo suo Figlio.
4 Vi scriviamo tutto questo, perché la nostra gioia sia perfetta.
 
Rottura con il peccato
5 Ciò che ora vi diciamo l'abbiamo udito da Gesù: Dio è luce e in lui non c'è tenebra.
6 Se noi diciamo: «Siamo uniti a lui», e poi viviamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non viviamo nella verità.
7 Invece, se viviamo nella luce come Dio è nella luce, siamo uniti gli uni con gli altri e la morte di Gesù, il Figlio di Dio, ci libera da tutti i nostri peccati.
8 Se diciamo: «Siamo senza peccato», inganniamo noi stessi, e la verità di Dio non è in noi.
9 Se invece riconosciamo pubblicamente i nostri peccati, Dio li perdonerà, perché egli mantiene la sua parola. Egli ci libererà da tutte le nostre colpe, perché è buono.
10 Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato», facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi.



 
 
 
 
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