TILC - ROMANI 1 - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  17 novembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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(Testo TILC)

Lettera ai Romani, Cap.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16



LETTERA AI ROMANI


    Caratteristiche principali
Questa lettera contiene la riflessione più ampia e sistematica che conosciamo dell'apostolo Paolo. Egli concentra il suo insegnamento su un grande tema: la situazione degli uomini di fronte a Dio. Ecco il suo pensiero: tutti i pagani sono immersi nell'incredulità e nel peccato, la loro esistenza è un fallimento. Anche gli Ebrei sono in una situazione di peccato, perché danno enorme importanza alla legge di Mosè, ma mostrano ogni giorno di non saperla rispettare. La via dei pagani e la via degli Ebrei non conducono alla condizione di uomini giusti, cioè ad avere una giusta relazione con Dio. La giustizia, cioè l'essere riabilitati e messi in una giusta relazione con Dio (vedi note a 1, 17 e 3, 26), è per l'uomo un dono di Dio: l'uomo infatti può soltanto accoglierla con un gesto di fede. Su questa via della fede Paolo ricorda che l'esempio più antico e solenne rimane quello di Abramo.
Per mettere gli uomini in una giusta relazione con sé, Dio ha mandato Gesù come Messia. Gesù ha rinnovato la condizione umana, è stato per noi un nuovo Adamo, opposto al primo. Ora, per chi ha fede in lui, l'esistenza assume un'altra dimensione: la legge di Mosè non ha più valore, regna invece la legge dello Spirito di Dio; al timore è subentrata l'esaltante certezza di essere avvolti dall'amore di Dio, più forte di ogni difficoltà e di ogni dolore.
Particolarissima, in questa nuova realtà, è la situazione in cui è venuto a trovarsi il popolo ebraico, popolo eletto, privilegiato da Dio, ma che non ha accolto il Messia Gesù. Tuttavia, senza saperlo, il popolo d'Israele con la sua chiusura ha reso più facile l'ingresso dei credenti di origine pagana nell'unico grande popolo di Dio. Nessuno può dire che gli Israeliti sono maledetti e lontani da Dio... Anzi! Paolo dice e spera che un giorno Israele accoglierà la misericordia di Dio (11, 31s).
La vita cristiana che Paolo descrive è come una continua azione di culto, gradito a Dio: i nuovi credenti non si rendono schiavi della mentalità di questo mondo; pur vivendo in tanti modi diversi, rimangono sempre nell'unità e nell'amore vicendevole; sono cittadini ubbidienti; sono attenti e sensibili alle necessità del prossimo, sobri e vigilanti.

    Primi lettori
Sono i cristiani di Roma. Non sappiamo bene come sia nata questa comunità. Pare (vedi capitolo 16) che i credenti di Roma siano in parte venuti dalla fede ebraica e in parte di origine pagana. Ma non sappiamo dire quale dei due gruppi sia il più numeroso. Probabilmente la chiesa di Roma è nata quando alcuni tra i primi cristiani della Palestina sono venuti qui e sono stati accolti nella comunità dei molti Ebrei già residenti. Al tempo di Paolo i cristiani appartengono soprattutto ai livelli più bassi della società romana: schiavi, operai, piccoli artigiani e commercianti. Per gente tanto diversa formare una comunità unita non è una cosa facile. Questo spiega le divisioni e i molti malintesi reciproci che ci sono. La fede cristiana di tutti è recente, a volte immatura (vedi capitoli 12-15).

     Autore
È l'apostolo Paolo. Egli si rivolge a una comunità che non conosce e che non ha fondato e neppure ha visitato prima. Scrive a questi cristiani perché ha il progetto di passare da Roma: dopo aver compiuto grandi viaggi missionari attraverso tutta l'Asia Minore e la Grecia, ora vorrebbe andare verso occidente, fino alla Spagna. Forse ha intenzione di scegliere Roma come base per la sua futura predicazione del Vangelo a tutti i pagani. Quando scrive si trova probabilmente nella città di Corinto, in Grecia; probabilmente è la primavera dell'anno 57.

     Schema
- Introduzione e tema centrale 1,1-17
- Tutti hanno bisogno di salvezza 1,18-3,20
- Come Dio salva 3,21-4,25
- La vita nuova di chi è unito a Cristo 5,1-8,39
- Il ruolo di Israele nei progetti di Dio 9,1-11,36
- La vita cristiana 12,1-15,13
- Saluti e conclusione 15,14-16,27

    
LETTERA AI ROMANI
Capitolo 1


1Vi scrive Paolo, servo di Gesù Cristo. Dio mi ha scelto e mi ha fatto apostolo, perché io porti il suo messaggio di salvezza.
   2Dio, per mezzo dei suoi profeti, 3aveva già promesso questo messaggio di salvezza. Esso riguarda il Figlio di Dio Gesù Cristo, nostro Signore. Sul piano umano egli è discendente da Davide, 4ma sul piano dello Spirito che santifica, Dio lo ha costituito Figlio suo, con potenza, quando lo ha risuscitato dai morti.
   5Da Gesù Cristo io ho ricevuto il dono di essere apostolo: perché lui abbia gloria, devo portare tutti i popoli a credere in Dio e a ubbidirgli nella fede.
   6- 7Tra questi siete anche voi tutti che vivete a Roma. Dio vi ha amati e chiamati per appartenere a Gesù Cristo ed essere il suo popolo. Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore diano a voi tutti grazia e pace.

         Paolo desidera visitare i cristiani di Roma
   8Prima di tutto, per mezzo di Gesù Cristo, io ringrazio il mio Dio: perché in ogni parte del mondo si parla della vostra fede. 9Dio, che io servo con tutto me stesso annunziando il Figlio suo, sa che dico la verità e che vi ricordo continuamente. 10Nelle mie preghiere io chiedo sempre a Dio di poter finalmente trovare il modo di venire da voi: 11perché io ho il desiderio ardente di vedervi e di fare anche voi partecipi dei doni dello Spirito, perché vi rendano ancora più forti. 12Ma soprattutto io desidero vedervi, perché in mezzo a voi anch'io possa sentirmi confortato da quella che è la vostra e la mia fede.
   13Voglio che voi sappiate questo, fratelli: già molte volte avevo deciso di venire a raccogliere anche tra voi qualche buon frutto, come l'ho ottenuto tra altri popoli; ma fino a ora non mi è stato possibile. 14Il mio compito è di rivolgermi a tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla gente istruita e agli ignoranti; 15e per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in Roma.

         La potenza del messaggio che viene da Dio
   16Io non mi vergogno del messaggio del Vangelo, perché è potenza di Dio per salvare chiunque ha fede, prima l'Ebreo e poi tutti gli altri. 17Questo messaggio rivela come Dio, mediante la fede, riabilita gli uomini davanti a sé. Lo afferma la Bibbia: il giusto per fede vivrà.

         La situazione degli uomini senza Cristo
   18Di fatto, l'ira di Dio si manifesta dal cielo contro tutti gli uomini, perché lo hanno rifiutato e hanno commesso ogni specie di ingiustizia soffocando la verità.
   19Eppure ciò che si può conoscere di Dio è visibile a tutti: Dio stesso l'ha rivelato agli uomini. 20Infatti, fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina.
   Perciò gli uomini non hanno nessuna scusa: 21hanno conosciuto Dio, poi si sono rifiutati di adorarlo e di ringraziarlo come Dio. Si sono smarriti in stupidi ragionamenti e così non hanno capito più nulla. 22Essi, che pretendono di essere sapienti, sono impazziti: 23adorano immagini dell'uomo mortale, di uccelli, di quadrupedi e di rettili, invece di adorare il Dio glorioso e immortale.
   24Per questo, Dio li ha abbandonati ai loro desideri: si sono lasciati andare a impurità di ogni genere fino al punto di comportarsi in modo vergognoso gli uni con gli altri; 25proprio loro che hanno messo idoli al posto del vero Dio, e hanno adorato e servito quel che Dio ha creato, anziché il Creatore. A lui solo sia la lode per sempre. Amen.
   26Dio li ha abbandonati lasciandoli travolgere da passioni vergognose: le loro donne hanno avuto rapporti sessuali contro natura, invece di seguire quelli naturali. 27Anche gli uomini, invece di avere rapporti con le donne, si sono infiammati di passione gli uni per gli altri. Uomini con uomini commettono azioni turpi, e ricevono così in loro stessi il giusto castigo per questo traviamento.
   28E poiché si sono allontanati da Dio nei loro pensieri, Dio li ha abbandonati, li ha lasciati soli in balìa dei loro pensieri corrotti, ed essi hanno compiuto cose orribili. 29Sono ormai giunti al colmo di ogni specie di ingiustizia e di vergognosi desideri. Sono avidi, cattivi, invidiosi, assassini. Litigano e ingannano. Sono maligni, traditori, 30calunniatori, nemici di Dio, violenti, superbi, presuntuosi, inventori di mali, ribelli ai genitori. 31Sono disonesti e non mantengono le promesse. Sono senza pietà e incapaci di amare. 32Eppure sanno benissimo come Dio giudica quelli che commettono queste colpe: sono degni di morte. Tuttavia, non solo continuano a commetterle, ma anche si rallegrano con tutti quelli che si comportano come loro.



 
 
 
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