«Il cristiano è un uomo che non ignora che la sua propria storia accadde nella storia di Gesù»
(K. Barth, Il fondamento della vita cristiana)
Nel 1919 Karl Barth, giovane pastore svizzero, scrisse un commentario alla Lettera ai Romani. Con questo suo primo scritto, diede inizio a un movimento teologico denominato "teologia dialettica" contrapposto alla "teologia liberale" dell'ottocento. Secondo Barth, la teologia ha il compito di riaffermare la relazione dialettica di "rottura" tra Dio e il mondo. Dio, infatti, è "totalmente Altro" rispetto al mondo, contrariamente a quanto affermato dai teologi liberali che asserivano una continuità tra Dio e l'umanità, considerando la fede come un elemento dell'interiorità psicologica dell'essere umano. Barth insegnò che Dio non può essere chiuso nei sistemi intellettuali umani. L'essere umano deve rinunciare alla fiducia in se stesso e mettersi in ascolto della Parola di Dio che si è fatta carne in Gesù Cristo. La trascendenza di Dio e il suo abbassamento nell'incarnazione in Cristo (kenosis) rappresentano i due momenti inscindibili del pensiero barthiano.
Nel 1921 Barth fu chiamato in Germania come professore di Teologia. Nel 1935 fu però espulso dal paese dai nazisti. Accettata la cattedra a Basilea, proseguì il suo impegno di rinnovare la teologia in chiave evangelica, cristocentrica e biblica. Nel 1936 cominciò a pubblicare la sua opera fondamentale: la Kirchliche Dogmatik (Dogmatica Ecclesiale), rimasta incompiuta.
Nota biografica -Martin Ibarra
OPERE DI BARTH IN ITALIANO:
- Introduzione alla teologia evangelica, Paoline, 1990.
- L'Epistola ai Romani, a cura di G. Miegge, Feltrinelli, 2002.
- L'umanità di Dio, a cura di S. Rostagno, Claudiana, 2010.
LIBRI SU BARTH:
- John R. Franke, Karl Barth per chi non ha tempo, Claudiana, 2011.