Impressioni dal XXI Congresso dell’Alleanza battista mondiale - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  19 dicembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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Riforma numero 31 21 agosto 2015 pagina 4 villaggio globale

 
Nunzio Loiudice

Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati»: sono parole di Nelson Mandela mentre tornava a casa dopo un lungo periodo di prigione. Il sottoscritto, invece, tornando dal Sudafrica, dopo aver partecipato al XXI Congresso dell’Alleanza battista mondiale che si è tenuto a Durban dal 22 al 26 luglio, ha scelto questa frase per raccontare le emozioni e le sensazioni che si provano ad assistere a un evento straordinario come quello di incontrare gente proveniente da tutto il mondo. Nulla rimane più lo stesso dopo aver condiviso la stanza con un fratello del Sud Sudan che ti racconta la storia della sua giovane nazione e che partecipa alla fondazione del movimento battista nel suo paese.Nulla rimane più lo stesso dopo aver incontrato il presidente del Consiglio delle chiese battiste del Nepal che ha condiviso informazioni circa la situazione nel suo paese colpito recentemente dal devastante terremoto (lui vive ancora in una tenda, e con la sua organizzazione collabora nella gestione di un campo di circa 20.000 sfollati). Nulla rimane più lo stesso quando incontri una donna battista del Libano, paese che ospita al momento 2 milioni di profughi siriani su una popolazione di 4 milioni di abitanti; mi ha detto che in questi ultimi anni con migliaia di profughi la vita della sua chiesa è cambiata totalmente. Ci sono decine di storie che potrei raccontare … tuttavia quello che mi ha colpito non sono le storie in sé, piuttosto scoprire quanto questi incontri possono trasformare e cambiare la visione delle cose una volta tornato a casa, in quel luogo che appare perennemente statico.
Niente come tornare in un luogo rimasto immutato mi fa scoprire come si cambia e come è possibile guardare cose già viste con occhi nuovi.
Prima di partire avevo la sensazione di essere come bloccato dentro una stanza. Dopo una sola settimana questa sensazione è cambiata, perché anche per me si è aperta una porta nuova, una grande porta: «Gesù è la porta» verso la libertà, l’amore, la vita. Questo è stato il grande tema che ha ispirato il Congresso e che ha guidato gli oltre 2500 battisti provenienti da 50 paesi diversi per una settimana attraverso studi biblici e predicazioni. Una metafora che permette di riformulare e riorganizzare il senso della nostra vita e del nostro ministero. Pensiamo oggi a quanti rimangono «fuori» dalla porta (Europa). Pensiamo a quanti sono bloccati «dentro» (depressioni). Il Congresso ha invitato i partecipanti a presentare al mondo Gesù come la via d’uscita dalle varie crisi e depressioni del nostro tempo. In un mondo dilaniato da guerre e malattie, noi siamo chiamati come credenti in Cristo a offrire una speranza. Prima di andare nel mondo, dobbiamo noi stessi passare nuovamente attraverso quella porta. Il nostro compito non è essere guardiani delle porte delle nostre chiese, mettendo lucchetti e decidendo noi stessi chi sta dentro e chi sta fuori, ma di essere messaggeri che annunciano al mondo che c’è una vera porta che conduce alla libertà, all’amore e alla vita. Nel corso della meditazione conclusiva il predicatore, rivolgendosi ai partecipanti dell’intero Congresso, ha pregato Dio affinché Egli mostri ad ognuno e ognuna la sua porta: «Signore apri la mia porta, dammi la volontà di camminare attraverso di essa». Ognuno di noi ha una porta personale cioè una nuova opportunità per un lavoro efficace accanto
al Signore (cfr. 1 Cor. 16, 9), tuttavia ognuno sappia che accanto alle opportunità ci sono anche opposizioni. È raro trovare le une senza le altre. Ciò non vi spaventi, ha esortato il predicatore, perché «noi serviamo un Signore che muta l’estrema opposizione in opportunità; Gesù ha capovolto quella che sembrava una sconfitta, la sua morte sulla croce, in una vittoria, trasformando la croce della vergogna in un simbolo di salvezza». Sono immensamente grato a Dio per avermi dato questa opportunità e per aver incontrato una famiglia globale alla quale sentirmi unito nella testimonianza a Cristo, nel praticare un discepolato responsabile e nel difendere coloro che sono perseguitati. Possa il Signore aprire a ciascuno/ a di noi delle porte per offrire nuove
opportunità di cambiamento per la crescita del suo Regno in mezzo a noi.
 
 
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