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La confessione di fede dei battisti italiani a cura di Ruggiero Lattanzio
ART. 13 - LA MISSIONE DELLA CHIESA
La chiesa è chiamata ad attuare il mandato di Cristo. Essa, dunque, ha il compito di predicare l’evangelo del regno che viene, impegnarsi nella guarigione dei malati e nell’emancipazione degli oppressi. La testimonianza comunitaria all’amore che Dio ha per tutto il mondo, diventa credibile allorquando è pratica dell’amore che si manifesta nel reciproco aiuto, nella riconciliazione e nella pace.
La chiesa è chiamata ad attuare il mandato che ha ricevuto dal Cristo Risorto:
- Matteo 28:18-20
- Marco 16:15-18.
Siccome il mandato ricevuto dalla chiesa è “il mandato di Cristo”, la chiesa è chiamata a svolgere la sua missione nella stessa prospettiva in cui l’ha esercitata Cristo stesso:
Giovanni 13:15:
“Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io”.
Giovanni 14:12:
“In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre”.
La missione della chiesa va compresa alla luce di quella che è stata la missione di Gesù sulla terra.
Gesù è venuto a realizzare le opere che Dio promise al suo popolo per mezzo dei profeti:
Promesse di Dio: Isaia 35:5-6 61:1-2
Adempimenti: Luca 4:18-19 7:22
Gesù trasmette la sua missione a tutti i suoi discepoli:
- Luca 9:1-6 10:1-9
Volendo sintetizzare le coordinate della missione possiamo riprendere le tre espressioni utilizzate dall’articolo:
a) predicare l’evangelo del Regno.
La predicazione ha come contenuto l’evangelo di Gesù Cristo e come prospettiva il regno di Dio che viene. Non si predica per se stessi né una qualche ideologia politica o sociale: cadere in una di queste tentazioni significherebbe tradire la missione, essere infedeli alla vocazione ricevuta: sarebbe la morte della chiesa;
b) impegnarsi nella guarigione dei malati.
Non che tutti debbano essere medici o infermieri, ma che la chiesa abbia un’attenzione particolare verso i malati e verso le «nuove malattie», vigili che le strutture sanitarie tengano sempre in onore prima la persona e poi la sua malattia o lo sviluppo della scienza medica e la carriera del medico;
c) impegnarsi nell’emancipazione degli oppressi.
La nostra società è produttrice di oppressione continua, sempre nuova e diversa. Come al tempo di Gesù, anche noi abbiamo «molte greggi senza pastore», persone abbandonate a loro stesse e messe ai margini della società. C’è una fortissima richiesta di emancipazione, di solidarietà e di liberazione. Un campo vastissimo d’azione per la chiesa tutta che voglia prendere sul serio la missione.
Domenico Tomasetto