Il discepolato cristiano - Aceb_PugliaBasilicata

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2006/2024 -  ANNO XVIII  17 novembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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COSA CREDIAMO

La confessione di fede dei battisti italiani            a cura di Ruggiero Lattanzio
 



ART. 7 –  IL DISCEPOLATO CRISTIANO  


Quanti ascoltano e accolgono la parola di Cristo sono chiamati a seguire il Signore come discepoli. Questo itinerario comporta l’assunzione, per amore, di gravi responsabilità storiche, mai esenti da contraddizioni e pericoli di compromessi, ma sempre animati dalla speranza del regno di Dio


- Marco 1,16-20;   Marco 2,13-14

Cristo chiama e, senza ulteriore intervento, chi è chiamato obbedisce prontamente. Il discepolo non risponde confessando a parole la sua fede in Gesù, ma con un atto di obbedienza. […]
Il chiamato abbandona tutto ciò che possiede, non per compiere un atto particolarmente valido, ma semplicemente a causa di questa chiamata, perché altrimenti non potrebbe seguire Gesù. A questo atto in sé non viene dato alcun valore. L’atto in sé resta qualcosa di assolutamente irrilevante, insignificante. Si fa un taglio netto e semplicemente ci s’incammina. Si è chiamati fuori e bisogna venir fuori dall’esistenza condotta fino a questo giorno, si deve ‘esistere’ nel senso più rigoroso della parola. Il passato resta indietro, lo si lascia completamente. Il discepolo viene gettato dalla sicurezza relativa della vita nell’assoluta mancanza di sicurezza (ma, in realtà, nell’assoluta sicurezza e tranquillità della comunione con Gesù).                                                                               D. Bonhoeffer, Sequela


Sei già stato chiamato a seguire Cristo?
In quale modo..? Raccontiamoci…

Seguire Cristo vuol dire legarsi a lui. Cristo esiste, ne deriva la necessità di seguirlo. Un’idea di Cristo, una dottrina, una generale conoscenza religiosa della grazia o del perdono dei peccati non richiede obbedienza, anzi, veramente la esclude, ne è nemica. Con un’idea si entra in un rapporto di conoscenza, di entusiasmo, forse anche di realizzazione, ma mai di un impegno personale di obbedienza. Un impegno senza Gesù vivente necessariamente rimane un cristianesimo senza impegno di obbedienza; e un cristianesimo senza impegno di obbedienza è sempre un cristianesimo senza Gesù Cristo; è un’idea, un mito.   D. Bonhoeffer, Sequela

                                                                                                                                
La nostra fede è basata maggiormente sulla conoscenza o sull’obbedienza..?

- Matteo 14,24-31

Pietro deve uscire dalla sua barca e camminare sulle acque ondeggianti, per sperimentare la propria impotenza e l’onnipotenza del suo Signore. Se non fosse uscito, non avrebbe imparato a credere […]
La via che conduce alla fede passa attraverso l’obbedienza alla chiamata di Cristo. Quel passo è necessario, altrimenti la chiamata di Gesù va a vuoto.                D. Bonhoeffer, Sequela

La fede comporta una obbedienza totale e incondizionata al Signore che ci ha chiamati a seguirlo. Spesso, però, noi vogliamo rispondere alla chiamata ricevuta a determinate condizioni:
- Luca 9,56-62.

L’unico modo adeguato di rispondere alla chiamata di Cristo è quello di seguirlo senza porre condizioni. Ciò comporta anche la nostra disponibilità a rinunciare ai nostri interessi personali, se questi costituiscono un ostacolo che si frappone fra noi e Cristo.

- Luca 14,26; Marco 8,31-38

Rinnegare se stesso vuol dire conoscere solo Cristo, non più se stessi, vedere solo lui che precede, e non più la via che è troppo difficile per noi. […] solo se ci siamo realmente e completamente dimenticati di noi, se non conosciamo più noi stessi, possiamo essere pronti a portare la sua croce per amore di lui. […] La croce non è il dolore insito nella nostra normale esistenza, ma dolore che dipende dal fatto di essere cristiani.                       D. Bonhoeffer, Sequela



 
 
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