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2006/2024 -  ANNO XVIII  19 dicembre  2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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COSA CREDIAMO



La confessione di fede dei battisti italiani            a cura di Ruggiero Lattanzio


ART. 3  
SOLA SCRITTURA

La Bibbia è la sola testimonianza autentica e normativa dell’opera di Dio per mezzo di Gesù Cristo. In quanto lo Spirito Santo la rende Parola di Dio, essa va studiata, onorata e obbedita.


1) CHE COSA SIGNIFICA SOLA SCRITTURA?
- Dio ci parla attraverso la Scrittura e possiamo conoscerlo solo mediante essa.
- Non è possibile conoscerlo attraverso la creazione: la natura parla di Dio a chi già crede in lui, altrimenti essa rimane ambigua:            arcobaleno/terremoto.
- Si nega qualsiasi altra via per giungere alla conoscenza di Dio: la via introspettiva, la via razionale, la via etica…
- Canone: strumento di misura “normativo” per riconoscere la Parola di Dio. Non viene negato il fatto che Dio abbia parlato e continui a        parlarci ancora oggi anche al di fuori della testimonianza biblica, ma si afferma che ogni ulteriore testimonianza, per essere riconosciuta tale,       deve essere sottoposta al vaglio dell’unica testimonianza normativa che è la Bibbia.
- La Chiesa riformata è sempre in via di riforma: deve continuamente rivedere se stessa, la propria teologia e la propria missione nel mondo alla luce delle Scritture…


 2) CRISTO È IL CENTRO DELLA SCRITTURA
La Bibbia è “Parola di Dio” perché testimonia “dell’opera di Dio per mezzo di Gesù Cristo”. Secondo l’ottica cristiana la funzione principale della Bibbia è quella di rendere testimonianza dell’opera che Dio compie per mezzo di Cristo. Il fine ultimo di tutta la Scrittura è quello di testimoniare la persona  di Gesù Cristo, attraverso la quale Dio compie la sua opera. Tutte le Scritture (Antico e Nuovo Testamento) rendono testimonianza di Cristo: Giovanni 5,39.
  La Parola si è fatta carne: è entrata nella storia, non è una parola astratta e atemporale, ma è una parola rivolta a un destinatario preciso che vive in un luogo e in un’epoca particolari. Dio parla a uomini e donne sempre situati in un contesto storico determinato.
Quello che Dio disse agli ebrei o ai cristiani 2000 anni fa può essere diverso rispetto a quello che vuole dirci oggi: 1Corinzi 11,13-16.
Cristo è l’interprete delle Scritture. Il Cristo risorto spiega le Scritture ai discepoli di Emmaus (Lc 24,13-27). Nel Discorso della montagna Gesù ci offre un esempio su come interpretare le Scritture (Mt 5,27 ss. “avete udito che fu detto…).


DIVERSE INTERPRETAZIONI DELLA SCRITTURA
a) Parola di Dio = lettera.
- Chi identifica la Parola di Dio con la Bibbia letta alla lettera parola per parola (rifiutando così ogni sua possibile interpretazione che partendo dalla lettera del testo risalga poi al messaggio) riduce la Bibbia a un codice di norme o a un manuale che contiene la verità.
- Il rifiuto dell’interpretazione è però illusorio. Già la traduzione stessa del testo è interpretazione…
- Dio non ha dettato la Bibbia ma l’ha ispirata a uomini condizionati dalle  credenze del loro tempo! (sistema geocentrico, esorcismi, mondo di spiriti).

b) Parola di Dio = lettera+Spirito (2 Cor 3,3-6).
- Scrittura senza Spirito = lettera morta.
Se s’identifica la Scrittura in sé con la Parola di Dio, si rischia di trasformarla in un idolo: la Scrittura diventa il nostro Dio e noi ritorniamo sotto la legge.
- Scrittura: Parola di Dio (infallibile) e parola umana (fallibile).

Ogni credente dovrebbe possedere una propria Bibbia personale che dovrebbe leggere e studiare personalmente. Il nostro rapporto con la Bibbia non dovrebbe esaurirsi col culto e con lo studio biblico comunitario, bensì le attività comunitarie dovrebbero stimolare uno studio e una meditazione della Bibbia che prosegue poi a casa.


 
 
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