«Dio non richiede che un'uniformità di religione venga decretata e imposta in ogni stato civile»
(J. Smyth, A paterne of true prayer)
Un nome che celebra la connessione tra i Battisti e i Puritani del XVII secolo. Immigrato dalla vecchia alla Nuova Inghilterra (Usa), Williams fu impegnato nella rivoluzione Puritana, spirituale e democratica, della Chiesa e dello Stato, contribuendo all'arricchimento e al rinnovamento del pensiero cristiano su entrambe le sponde dell'Atlantico. Una sua statua occupa simbolicamente il posto, nella città di Ginevra, assegnato ad un americano nel maestoso monumento dedicato alla Riforma. I legami che uniscono Williams al Battismo sono brevi. Ribattezzato nel 1639, fondò la prima Chiesa Battista di Providence (First Baptist Church of Providence) ma, tre mesi più tardi, diventerà un "Seeker". Tuttavia, da una prospettiva battista, la storiografia lo ha riconosciuto come un teologo battista americano (Gaustad, Edwin S. Liberty of Conscience: Roger William in America.). Nel suo libro più famoso, Christenings Make Not Christians, William asseriva che le conversioni forzate degli Indiani rischiavano di confondere la Cristianità per un "Cristianeggiare". Questo, dal suo punto di vista, era l'errore della Chiesa-Stato. Forte assertore della libertà di coscienza e della separazione netta tra Stato e Chiesa, Williams è ricordato per la sua più famosa metafora della nave: lo Stato è come una nave che compie un singolare viaggio; centinaia di anime salgono su quella barca e tutti sono uniti nella buona e nella cattiva sorte, ci sono "Papisti", Protestanti, Ebrei e "Turchi". Il compito del comandante è assicurare che l'equipaggio adempia al ruolo affidato, che tutti i passeggeri paghino il biglietto, ma nessuno può essere forzato a pregare, come a nessuno si può impedire di pregare come gli pare. (The Correspondence of Roger Williams, Brown University Press 1988.)
Nota biografica -Ruggiero Lattanzio
LIBRI SU ELISABETTA I:
- Richard Newbury, Elisabetta I. Una donna alle origini del mondo moderno, Claudiana, 2006.