TILC - GIOVANNI 18 - Aceb_PugliaBasilicata

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2006-2024  ANNO XVIII    12  luglio 2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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(Testo TILC)


Vangelo di Giovanni:

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VANGELO DI GIOVANNI
Capitolo
18

1Dopo queste parole, Gesù usci con i suoi discepoli e andò oltre il torrente Cèdron dove c'era un giardino. Entrò lì con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché spesso Gesù vi aveva riunito i suoi discepoli.
   3Giuda intanto era andato a cercare i soldati e le guardie messe a disposizione dai capi dei sacerdoti e dai farisei; quando arrivarono sul posto, erano armati e provvisti di fiaccole e lanterne.
   4Gesù sapeva tutto quello che stava per accadergli. Perciò si fece avanti e disse:
   - Chi cercate?
   5Risposero:
   - Gesù di Nàzaret!
   Egli dichiarò:
   - Sono io!
   Con le guardie c'era anche Giuda, il traditore. 6Appena Gesù disse: "Sono io", quelli fecero un passo indietro e caddero per terra.
   7Gesù domandò una seconda volta:
   - Chi cercate?
   Quelli dissero:
   - Gesù di Nàzaret!
   8Gesù rispose:
   - Vi ho detto che sono io! Se cercate me, lasciate che gli altri se ne vadano.
   9Con queste parole Gesù realizzava quel che aveva detto prima: "Nessuno di quelli che mi hai dato si è perduto".
   10Simon Pietro aveva una spada: la prese, colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Allora Gesù disse a Pietro: "Metti via la tua spada! Bisogna che io beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato".

         Gesù davanti al sommo sacerdote Anna

         (vedi Matteo 26,57-58; Marco 14,53-54; Luca 22,54)
   12I soldati con il loro comandante, e le guardie ebraiche, presero Gesù e lo legarono. 13Poi lo portarono dal sacerdote Anna, suocero di Caifa. Caifa era il sommo sacerdote in quell'anno. 14Era stato lui a dire: "È meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo".

         Pietro nega di conoscere Gesù
         (vedi Matteo 26,69-70; Marco 14,66-68; Luca 22,55-57)
   15Simon Pietro, con un altro discepolo, seguiva Gesù. Quell'altro discepolo conosceva il sommo sacerdote, perciò riuscì a entrare insieme con Gesù nel cortile del palazzo. 16Pietro invece rimase fuori vicino alla porta. Allora l'altro discepolo, che conosceva il sommo sacerdote, uscì, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
   17La portinaia disse a Pietro:
   - Sei anche tu un discepolo di quell'uomo?
   Ma Pietro disse:
   -No, non lo sono.
   18I servi e le guardie avevano acceso un fuoco di carbone e si scaldavano, perché faceva freddo. Anche Pietro stava insieme con loro vicino al fuoco.

         Il sacerdote Anna interroga Gesù
         (vedi Matteo 26,57-68; Marco 14,53-65; Luca 22,54-55.66-71)
   19Intanto il sommo sacerdote cominciò a far domande a Gesù sui suoi discepoli e sul suo insegnamento.
   20Ma Gesù rispose: "Io ho parlato chiaramente al mondo. Ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel Tempio; non ho mai parlato di nascosto, ma sempre in pubblico, in mezzo alla gente. 21Quindi, perché mi fai queste domande? Domanda a quelli che mi hanno ascoltato: essi sanno quel che ho detto".
   22Così parlò Gesù. Allora uno dei presenti gli diede uno schiaffo e disse:
   - Così rispondi al sommo sacerdote?
   23Gesù replicò:
   - Se ho detto qualcosa di male, dimostralo; ma se ho detto la verità, perché mi dai uno schiaffo? 24Allora Anna lo mandò, legato com'era, dal sommo sacerdote Caifa.

         Pietro nega ancora di conoscere Gesù
         (vedi Matteo 26,71-75; Marco 14,69-72; Luca 22,58-62)
   25Intanto Simon Pietro era rimasto a scaldarsi. Qualcuno gli disse:
   - Mi sembra che tu sei uno dei suoi discepoli.
   Ma Pietro negò e disse:
   - Non sono uno di quelli.
   26Fra i servi del sommo sacerdote c'era un parente di quello che aveva avuto l'orecchio tagliato da Pietro. Gli disse:
   - Ma io ti ho visto nel giardino, con Gesù!
   27Ancora una volta Pietro disse che non era vero, e subito un gallo cantò.

         Gesù e Pilato
         (vedi Matteo 27,1-2.11-14; Marco 15,1-5; Luca 23,1-5)
   28Poi portarono Gesù dal palazzo di Caifa a quello del governatore romano. Era l'alba. Quelli che lo accompagnavano non entrarono: per poter celebrare la festa di Pasqua non dovevano avere contatti con gente non ebrea.
   29Pilato uscì incontro a loro e disse:
   - Quale accusa portate contro quest'uomo?
   30Gli risposero:
   - Se non era un malfattore, non te lo portavamo qui!
   31Pilato replicò:
   - Portatelo via e giudicatelo voi come la vostra Legge prescrive.
   Ma le autorità ebraiche obiettarono:
   - Noi non siamo autorizzati a condannare a morte.
   32Così si realizzava quello che Gesù aveva detto quando fece capire come sarebbe morto.
   33Poi Pilato rientrò nel palazzo, chiamò Gesù e gli chiese:
   - Sei tu, il re dei Giudei?
   34Gesù rispose:
   - Hai pensato tu questa domanda, o qualcuno ti ha detto questo di me?
   35Pilato rispose:
   - Non sono ebreo, io. Il tuo popolo e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me: che cos'hai fatto?
   36Gesù rispose:
   - Il mio regno non appartiene a questo mondo. Se il mio regno appartenesse a questo mondo, i miei servi avrebbero combattuto per non farmi consegnare alle autorità. Ma il mio regno non appartiene a questo mondo.
   37Pilato gli disse di nuovo:
   - Insomma, sei un re, tu?
   Gesù rispose:
   - Tu dici che io sono re. Io sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce.
   38Pilato disse a Gesù:
   - Ma cos'è la verità?

         Gesù è condannato a morte
         (vedi Matteo 27,15-31; Marco 15,6-20; Luca 23,13-25)
   Pilato uscì di nuovo e si rivolse agli Ebrei:
   - Io penso che quest'uomo non abbia fatto nulla di male. 39Voi però avete l'abitudine che a Pasqua si metta in libertà un condannato. Volete che io vi liberi il re dei Giudei?
   40Ma quelli si misero di nuovo a gridare e a dire:
   - No, non lui, vogliamo Barabba! (Questo Barabba era un bandito).


 
 
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